Firenze: sospetto di pinza dimenticata nella pancia di una donna

In un ospedale di Firenze i medici temono, dopo aver proceduto al conteggio delle pinze in sala operatoria in seguito ad un parto cesareo, di aver dimenticato una pinza nell’addome di una donna.

Firenze: sospetto di pinza dimenticata nella pancia di una donna

Un’altra vicenda comica ma allo stesso tempo preoccupante ha coinvolto la Sanità italiana, sempre più spesso protagonista di episodi che evidenziano la scarsa professionalità e la scarsa attenzione dello staff medico.

Il caso in questione non rappresenta a dire il vero un caso di malasanità nel senso stretto del termine ma neanche un esempio di perfetto funzionamento delle procedure mediche.

Un post-parto che potremmo definire a ragione “traumatico” per una donna che, dopo aver partorito una bambina con taglio cesareo all’ospedale Careggi di Firenze, in Toscana, è stata sottoposta urgentemente ad una radiografia per verificare che uno dei ferri usati durante l’operazione e mancante subito dopo in sala operatoria non fosse finito nella pancia della donna.

La donna non presentava dolori particolari ma l’esame è stato effettuato comunque per precauzione. Per fortuna l’esito della radiografia è stato negativo: la radiografia non ha infatti rilevato alcun corpo estraneo nell’addome della neo-mamma. Ma lo spavento della donna, già stanca e debilitata a causa del parto, è rimasto anche dopo, quando ai giornalisti ha avuto la forza di ripercorrere l’accaduto e raccontare: “Ho cominciato a piangere e ho immaginato che dovessero riaprirmi e che avrei perso il latte per la mia bambina. Lo so che è un’esagerazione, ma stavo male, mi sembrava già difficile prendermi cura di lei con i dolori che avevo, figuriamoci se dovevo rioperarmi. Mi sentivo così sola”.

Carlo Dani, direttore del dipartimento infantile dell’ospedale, si è scusato ovviamente con la diretta interessata e ha dichiarato: “Dopo il caso di questa signora abbiamo aperto una procedura interna per capire cosa è successo e dove dobbiamo migliorare. Ma capiamo che tutto questo comporta un carico di sofferenza nel paziente che avremmo voluto certamente evitare. Da una prima indagine si è capito che l’errore è stato fatto a monte, prima dell’operazione. In parole povere: prima di tagliare, quella particolare pinza c’era o non c’era? L’avevamo messa nel cassetto degli attrezzi o non c’era mai stata? Ecco, nel dubbio, meglio escludere l’ipotesi peggiore: che sia rimasta nella pancia”.

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