La meningite sta diventando una malattia sempre più terrorizzante per gli italiani: sebbene questa patologia causi ogni anno un sensibile numero di morti, specialmente tra i soggetti più a rischio (bambini molto piccoli, anziani e persone il cui stato di salute risulta già debilitato), è altrettanto vero che la nuova tendenza a non vaccinarsi aumenti esponenzialmente il rischio di proliferazione del morbo.
In questi giorni in particolare l’attenzione mediatica si era concentrata in Provincia di Firenze, dove i casi di meningite sono saliti a tre in seguito al ricovero di un bambino di 8 anni presso l’ospedale pediatrico Meyer del capoluogo toscano, proprio a causa di un caso di meningite C.
Sulle prime si era temuto per la salute del piccolo, dal momento che i medici avevano mantenuto il riserbo e deciso di non sciogliere la prognosi, ma nella notte le condizioni del giovanissimo paziente sono migliorate. Il bimbo era stato infatti vaccinato contro la meningite C nel 2009, e proprio grazie a questa precauzione la violenza dell’infezione sarebbe stata fortemente mitigata.
Nel frattempo però la paura di un potenziale contagio ha spinto il sindaco di Collesalvetti, Comune fiorentino dove abita e studia il piccolo, a chiudere la scuola e disporre adeguate misure di profilassi, allo scopo di evitare l’insorgenza di casi analoghi.
Nonostante la buona notizia del miglioramento delle condizioni del bambino, ieri un’altra paziente affetta da meningite (in quel caso pneumococcica) è morta presso l’ospedale di Livorno. Si trattava di Lilia Agata Caputo, 64enne ricoverata un mese fa e residente a Viareggio (Lucca). I casi di contagio insolitamente numerosi ora rischiano seriamente di aumentare l’allarmismo mediatico, sebbene ad oggi non si possa certo dire che sussistano i presupposti per lasciarsi prendere dall’isteria, dal momento che mediamente ogni anno si ammalano di meningite circa 1.000 persone in Italia.