Firenze: ragazzo affetto dalla sindrome di down vittima di bullismo

Ennesimo caso di bullismo, questa volta la vittima è un ragazzo di 13 anni affetto dalla sindrome di down, preso di mira da alcuni suoi compagni di squadra, all'interno dello spogliatoio. Il fatto è stato raccontato su Facebook dalla madre del ragazzo.

Firenze: ragazzo affetto dalla sindrome di down vittima di bullismo

Su Facebook, il noto social network, una signora ha raccontato dell’atto di bullismo ai danni di suo figlio, un tredicenne affetto dalla sindrome di down, avvenuto nello spogliatoio di una società di calcio a Bagno a Ripoli. Il ragazzo è stato vittima dei suoi compagni di squadra, i quali lo hanno costretto a mangiare una schiacciatina, dopo averla buttata sotto la doccia, solo per divertirsi a guardare la scena.

A fermare la situazione è stato uno dei compagni del ragazzo che è intervenuto in difesa dell’amico, rimproverando i suoi compagni. La mamma del ragazzo, Beatrice, ha raccontato tutto quello che è successo a suo figlio all’interno di quello spogliatoio e il modo in cui il figlio ha affrontato quell’atto di bullismo fatto nei suoi confronti. Nel suo racconto, la donna mostra tre foto che ritraggono il figlio mentre si rasa alcuni baffetti che marcano la sua crescita, la sua faccia che nel corso degli anni è cambiata e cresciuta con lui.

Racconta di come lui sia cresciuto, al contrario di quei tre che lo hanno bullizzato, di come lui e la sua famiglia stiano facendo dei passi in avanti, di come lui sia ricco di amici che gli vogliono veramente bene, non per pietà riguardo alla sua situazione ma per com’è lui veramente. Amici sinceri diversi dai quei tre ragazzi che si sono presi gioco di lui ed infine ringrazia il ragazzo che ha difeso suo figlio, che si è messo contro quel gruppo di tre ragazzi senza pensarci due volte ma che si è comportato solamente da amico.

Dopo questo fatto, raccontato dalla signora Beatrice, il presidente del Comitato Regionale Toscana, Paolo Mangini ha dichiarato che il ragazzo affetto dalla sindrome di down deve continuare a giocare a calcio, se è la sua grande passione, perchè troverà degli amici pronti ad aiutarlo a proseguire nel suo cammino. Ha aggiunto poi che, nella giornata del 26 ottobre, a Firenze ci sarà un incontro per discutere sulle attività da mettere in atto nelle realtà calcistiche per aiutare i diversamente abili.

Il presidente del CRT ha dichiarato, inoltre, che è molto importante fare integrazione tra i giovani diversamente abili e gli altri ragazzi, in modo da non farli sentire in difficoltà. Cercare delle attività di integrazione sia con i genitori, che con gli allenatori e con i dirigenti. Aggiunge, infine, che gli atti di bullismo non sono solo verso i ragazzi diversamenti abili, ma anche verso quei ragazzi che sono meno bravi a giocare a calcio, quindi è indispensabile intervenire dove ci sono situazioni di disagio o di prese in giro nei confronti di questi ragazzi, non solo in campo ma soprattutto negli spogliatoi dove i ragazzi molto spesso sono lasciati da soli.

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