Sabato 19 luglio, nel piazzale degli Uffizi, si è tenuto un presidio di protesta per denunciare le difficili condizioni lavorative che interessano molti addetti impiegati nei principali musei fiorentini. Lo striscione “Firenze culla dello sfruttamento” ha sintetizzato lo spirito della manifestazione, organizzata dai sindacati di base Usb, da Workers in Florence e da Mi Riconosci.
All’iniziativa hanno partecipato anche rappresentanti di Sinistra Progetto Comune e Filcams Cgil, a testimonianza di una solidarietà trasversale verso le istanze dei lavoratori. Al centro della protesta vi sono i dipendenti impiegati dalla società Dussmann, alcuni dei quali assunti direttamente e altri tramite agenzie interinali. I cartelli esposti denunciavano una realtà fatta di “biglietti d’oro, salari da fame” e l’incremento dei flussi turistici accompagnato da una diminuzione dei diritti dei lavoratori.
Mauro Carluccio, rappresentante Usb, ha sottolineato come in musei di rilevanza internazionale, come gli Uffizi, si registrino situazioni molto problematiche: salari molto bassi, straordinari non riconosciuti e turni non regolari. Nei giorni scorsi, i lavoratori avevano parlato di retribuzioni nette anche intorno ai 4 euro l’ora, una cifra contestata da Dussmann.
Carluccio ha chiarito che Usb non ha mai indicato esattamente questa cifra, ma che le realtà salariali si avvicinano a quella soglia, considerando salari lordi di circa 8 euro l’ora, che si traducono in poco più di 6 euro netti. A questo si aggiungono le ore di lavoro non sempre conteggiate, che abbassano ulteriormente il reddito effettivo.
Al presidio, tuttavia, la presenza diretta dei lavoratori Dussmann è stata limitata. Molti hanno preferito restare in anonimato per timore di ripercussioni sul lavoro. Uno di loro ha raccontato di un cambiamento di mansione non concordato, con un aumento delle ore settimanali su sei giorni, ma in busta paga risultano solo cinque e senza il bonus per la giornata di riposo mancata. Un altro lavoratore, impiegato tramite agenzia interinale, ha spiegato di non aver avuto il rinnovo del contratto in seguito alla scoperta della sua attività sindacale, pur trovandosi nel periodo di maggiore afflusso turistico. Il suo salario netto reale scenderebbe a circa 5 euro all’ora considerando le ore effettivamente lavorate.
La protesta ha visto anche l’intervento di Gianluigi Pizzuti, rappresentante sindacale Filcams Cgil, che lavora presso l’Opera Laboratori Fiorentini all’Opera del Duomo, struttura non gestita da Dussmann. Pizzuti ha ricordato che, grazie a un’azione sindacale e a un dialogo costruttivo con la committenza, è stato possibile migliorare le condizioni di lavoro e passare a un contratto più tutelante come quello Federculture.
Ha infine esortato i lavoratori a superare la paura e a sostenersi reciprocamente, sottolineando l’importanza di parlare per migliorare la situazione. Questa protesta mette in luce un paradosso forte: una città come Firenze, nota per la sua ricchezza culturale e turistica, nasconde al suo interno condizioni lavorative che molti giudicano inaccettabili. Le istanze dei lavoratori chiedono oggi attenzione e risposte concrete per garantire dignità e giusti diritti a chi contribuisce quotidianamente a mantenere viva la bellezza dei musei fiorentini.