La orripilante festa dello sgozzamento, la Id al-adha, la festa islamica del sacrificio che continuerà fino a sabato 25 agosto, farà centinaia di migliaia di vittime anche in Italia. Le povere bestie saranno sgozzate vive e lasciate morire, coscienti, il sangue defluirà goccia dopo goccia.
L’edizione 2018 della festa del Sacrificio è iniziata. La nota l’associazione animalista AIDAA – Associazione Italiana Difesa Animali & Ambiente – non intende accettare tale barbarie: “In Italia questa festa interessa circa un milione e mezzo di musulmani regolarmente residenti e circa 200.000 clandestini che comunque festeggeranno la sacra ricorrenza islamica. Complessivamente si prevede che saranno circa 500.000 i capri, montoni ed agnelli che saranno sgozzati, di questi circa un quarto cioè centoventimila, solo in Lombardia dove risiede il 25% della popolazione islamica pari a circa 368.000 persone con una concentrazione del 25% a Milano e provincia”.
A Napoli la polemica è divenuta prepotentemente accesa. Salvatore Iodice, consigliere, ha visto un ragazzo con un capretto, visibilmente sofferente, legato in un passeggino e gli ha intimato di non sgozzarlo. La risposta del marocchino è stata lapidaria: “Ho sempre fatto questa cerimonia nel mio paese e così continuerò a fare”. A Napoli i cittadini residenti nella zona ad alta densità islamica e gli animalisti non intendono accettare oltre tale pratica.
Il consigliere dei Verdi ha sottolineato, in merito alla Festa islamica del Sacrificio, che occorre rispettare la libertà di culto ma non non si può consentire la tortura degli animali. La segnalazione dei Verdi ha portato al fermo e alla denuncia per maltrattamento di animali della persona che portava in giro per la città un capretto su un carrozzino per bambini per celebrare la ricorrenza religiosa.
Francesco Emilio Borrelli dei Verdi ha osservato che non si può consentire che, in nome di un rito religioso, si commettano violenze ai danni di animali e in Italia, occorre sottolineare, che la violenza sugli animali e la macellazione in pubblico sono assolutamente vietati, non può essere certo un rito religioso a renderli legali.
Rinaldo Sidoli di Animalisti italiani ha affermato che la macellazione rituale prevede che l’animale debba essere cosciente al momento dell’uccisione, viene sottoposto a recisione di trachea ed esofago per consentire il lento dissanguamento, una pratica feroce che deve essere superata con metodi alternativi quali l’elettronarcosi.