È stato condannato a 22 anni per omicidio Andrea Landolfi, operatore socio-sanitario e pugile romano di 33 anni, il fidanzato di Maria Sestina Arcuri, la ragazza di 26 anni originaria di Nocara, in provincia di Cosenza, la quale si era trasferita nella Capitale per lavorare come parrucchiera.
Nel febbraio del 2019 la coppia avrebbe dovuto trascorrere un weekend insieme al figlio dell’uomo nella villa di proprietà della nonna paterna, ma, dopo una concitata discussione, già iniziata in un pub, la giovane donna veniva lanciata dal parapetto delle scale del piano superiore, battendo violentemente la testa e la schiena. La telefonata agli operatori sanitari del 118 sarebbe arrivata solo 4 ore dopo la drammatica caduta, trasferendo d’urgenza l’Arcuri all’ospedale e sottoponendola a un delicato e inefficace intervento chirurgico, portandola alla morte a distanza di due giorni.
La Corte d’Assise di Appello di Roma ha rovesciato la sentenza di assoluzione di primo grado del 2021 emessa dal tribunale di Viterbo nei confronti del Landolfi, scarcerato dopo 2 anni nonostante la condanna di 4 anni per lesioni alla nonna, ritenendolo responsabile della morte della ragazza, vittima di femminicidio, avvenuta in una villa di Ronciglione, in provincia di Viterbo.
I reati contestati sono quelli di omicidio volontario, omissione di soccorso e lesioni ai danni della nonna Mirella Iezzi, la quale ha però dichiarato: “Mio nipote non mi colpì e non mi picchiò. Mi spostò con il braccio per soccorrere Maria Sestina. Nei giorni precedenti ero caduta e per questo successivamente, dopo 17 giorni, mi furono riscontrate delle fratture alle costole”.
L’anziana aveva sempre sostenuto che i due ragazzi sarebbero rotolati insieme accidentalmente, tesi alla quale la famiglia di Maria Sestina Arcuri non aveva mai creduto, e in contraddizione con le sequenze mimate con un peluche dal figlio del Landolfi, il bimbo di 5 anni ascoltato da una psicologa, purtroppo presente al momento della tragedia.