Femminicidio a Pavia: Lidia muore strangolata dal compagno

Lidia Peschechera è morta, strangolata dal compagno 28enne, nel suo appartamento. Ieri pomeriggio, il ritrovamento del cadavere della donna in un appartamento di via Depretis, a Pavia.

Femminicidio a Pavia: Lidia muore strangolata dal compagno

Ieri pomeriggio, 17 febbraio, a Pavia, è stato rinvenuto il corpo senza vita di una donna, la 50enne Lidia Peschechera, morta in un appartamento di via Depretis, al pian terreno di una palazzina al civico 4 in zona Ticinello.

In poche ore, il compagno, con cui aveva una relazione da pochi mesi, ha confessato di averla uccisa ma ci sono dettagli davvero agghiaccianti attorno a questo ennesimo caso di femminicidio.

La ricostruzione

Sarebbe stato l’ex marito ad avvertire le forze dell’ordine per un intervento rapido. Sul luogo in cui Lidia è stata uccisa, si sono presentati i carabinieri e i vigili del fuoco che hanno aiutato i militari ad entrare nell’appartamento, in quanto la porta era chiusa a chiave.

Al loro ingresso, hanno rinvenuto la salma della donna, vestita, nella vasca da bagno.Gli operatori sanitari hanno solo potuto constatare il decesso di Lidia, fatto risalire a qualche giorno prima .

L’arresto del compagno e la sua confessione

I carabinieri, in poche ore, hanno arrestato il nuovo compagno della donna, un 28enne , con l’accusa di omicidio volontario aggravato, che attualmente si trova in carcere a Pavia. L’uomo, con il quale la donna aveva intrapreso da poco una relazione, ha dichiarato di averla strangolata nel corso di una lite.

Alessio Nigro, questo il suo nome, originario della provincia di Lodi, è stato fermato in un ostello di Milano, dopo aver vissuto per 3 giorni in casa col cadavere di Lidia e aver inviato messaggi dal suo telefonino, nel tentativo di non destare sospetti.Suonano tristemente profetiche le parole scritte da Lidia sul suo profilo Facebook lo scorso 19 febbraio in cui lei, fervida animalista, dice: Più conosco gli uomini, più amo gli animali”.

Lidia, gentile, attivista Lgbt, animalista convinta, e sempre al fianco dei più deboli, voleva aiutare quel ragazzo sbandato che aveva conosciuto lo scorso anno. Senza un tetto sulla testa, e con gravi problemi di alcolismo, lo aveva fatto entrare a casa sua, anche se da subito le liti e gli scatti violenti del compagno avevano complicato la loro relazione. Lidia aveva confidato alle amiche di aver avuto paura, ma sperava le cose si sistemassero, sino all’ultima tragica lite, avvenuta venerdì scorso, quando il compagno le ha stretto le mani attorno al collo, togliendole il respiro per sempre.

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