Federico Moccia, inizia il processo per evasione fiscale

E' iniziato il processo per evasione fiscale ai danni di Federico Moccia. Lo scrittore di Tre metri sopra il cielo è stato accusato di avere frodato il fisco nel corso del biennio 2007-2008.

Federico Moccia, inizia il processo per evasione fiscale

Federico Moccia ci sarebbe cascato: anche lui come molti vip avrebbe provato a frodare il Fisco, stando alle accuse che gli sono state rivolte e che l’hanno trascinato dritto in tribunale a Roma. L’epoca dei fatti è relativa al biennio 2007-2008, quando l’autore di “Tre metri sopra il cielo” avrebbe mentito sulle spese necessarie a portare a termine le riprese del film “Scusa se ti chiamo amore“.

L’obiettivo sarebbe stato per l’appunto quello di evadere le tasse mettendo a referto prestazioni che, secondo l’accusa, in realtà non sarebbero mai state effettivamente corrisposte. Stando al pm Mario Dovinola, Federico Moccia sarebbe in questo modo riuscito ad evadere circa un milione e quattrocentomila euro di imposte.

Lo scrittore tuttavia ha rigettato l’ipotesi di avere creato ad hoc un sistema per frodare il fisco, ribadendo che accuse del genere gli erano già state mosse in passato, e che in quel caso si erano dimostrate infondate agli occhi della Giustizia. Tuttavia il procedimento attuale sembra averlo messo in difficoltà, al di là dell’apparente facciata di ottimismo ostentata dall’autore.

Nella fattispecie è la difesa afferma che all’epoca dei fatti, Moccia abbia interpellato le società MR Trade e Emmebi srl. attraverso l’omonima ditta “Federico Moccia“, della quale risulta titolare, allo scopo di intervistare persone di ogni età affinché potesse raccogliere in tal modo consigli utili a stendere la scenografia del film.

Quest’opera sarebbe stata poi messa a disposizione della Guardia di Finanza come controprova delle ricevute prestazioni. Ma tale versione dei fatti sarebbe stata quantomeno parzialmente smontata nel corso di un sopralluogo presso la sede della MR Trade, rivelatasi poi un magazzino completamente vuoto. Tuttavia quando a Federico Moccia era stato chiesto se si fosse mai recato presso via Santa Maria Goretti, dove l’azienda in questione figurava domiciliata agli atti, lo scrittore aveva risposto affermativamente.

Salvo poi cadere nell’imbarazzo quando il pm Gianluca Mazzei gli ha ricordato l’esito del sopralluogo sul sito, conclusosi con la scoperta di un locale interamente deserto. In aggiunta a ciò, Mazzei ha specificamente chiesto a Federico Moccia di chiarire le fantomatiche ricerche di mercato operate dalla MR Trade e costate la bellezza di 444.000 euro (pagamenti divisi in tre fatture); domanda alla quale l’imputato ha replicato con un confuso: “Non ricordo, c’era un contratto“. La sentenza verrà emessa a maggio 2017.

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