Silenziose, fedeli e immobili, le Guardie Svizzere continuano a vegliare sul Papa anche oltre la vita terrena. Questo corpo speciale, che ha giurato solennemente di rispettare le regole, protegge il santo Padre anche adesso che non è più in vita, con la stessa dedizione e presenza che lo contraddistingue da sempre.
Anche in questo ultimo viaggio, dunque, le Guardie Svizzere rimangono composte, perennemente silenziose, ma partecipano con tristezza e gratitudine profonda ai riti del funerale, consapevoli che il loro comandante è tornato alla casa del Padre. L’immagine di queste guardie che vegliano il corpo del Papa ha fatto il giro del mondo, e anche se sembrano impassibili, in realtà percepiscono tutte le emozioni di questo momento.
Allo stesso modo, avranno un ruolo di primaria importanza quando si terrà il Conclave, previsto nei giorni dopo le esequie, dal quale sapremo chi verrà eletto come nuovo pontefice. Un rituale che si ripete ormai da diversi secoli e che anche Bergoglio non ha affatto modificato. Innanzi tutto, durante il corteo del suo funerale, le Guardie si disporranno ai lati della bara, stando sempre in silenzio, e accompagneranno il feretro fino alla Basilica di San Pietro, tenendo alta l’attenzione su ciò che accade intorno.
Per l’occasione, indosseranno delle uniformi rinascimentali colorate, che si distingueranno durante il rito. Il compito delle guardie è anche quello di mantenere l’ordine e la sicurezza, in un momento particolare in cui interverranno capi di stato di tutte le nazioni.
In questo anno, per l’occasione del 6 maggio, in cui cade il giuramento delle nuove Guardie Svizzere, la cerimonia è stata rinviata proprio per la scomparsa improvvisa del papa. L’evento si tiene solitamente nel Cortile di San Damaso e vi partecipano diverse autorità vaticane e civili: si tratta di una cerimonia molto importante, che permette a dei giovani svizzeri di mettersi al servizio del Papa.