La vicenda della famiglia che vive in un bosco della provincia di Chieti ha subito un nuovo e inatteso sviluppo con le dimissioni dell’avvocato Giovanni Angelucci, che per motivi professionali e personali ha deciso di rinunciare al mandato difensivo. In una lunga dichiarazione, Angelucci ha spiegato di aver dovuto prendere questa decisione “dopo aver constatato troppe pressanti ingerenze esterne che hanno incrinato la fiducia alla base del rapporto professionale”, sottolineando come la complessità della gestione delle pratiche, dalle ristrutturazioni alle visite degli esperti, richiedesse un sostegno pienamente condiviso dai suoi assistiti.
L’avvocato ha anche evidenziato come, nonostante gli sforzi per organizzare sopralluoghi, raccogliere firme e predisporre il ricorso per il Tribunale dei Minori dell’Aquila, alcune offerte di aiuto fossero state apparentemente respinte, creando un contesto di forte difficoltà operativa.
Il colpo di scena, però, è arrivato poco dopo con la presa di posizione diretta della famiglia, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, che ha chiarito tramite i nuovi legali, Marco Femminella e Danila Solinas, come molte delle notizie diffuse fossero frutto di incomprensioni linguistiche. La coppia ha spiegato di non parlare italiano fluentemente e di aver compreso per la prima volta l’ordinanza del Tribunale solo dopo averne letto la traduzione in inglese, precisando che non c’è mai stato un rifiuto consapevole di collaborare con le istituzioni o di accettare supporti esterni, incluse abitazioni alternative offerte dal sindaco e da privati.
Nathan e Catherine hanno voluto sottolineare come ogni loro decisione sia stata sempre orientata al benessere dei figli, ribadendo che l’educazione parentale è seguita con rigore e attenzione, e che le scelte della famiglia mirano a garantire un ambiente sereno e protetto. Il caso, già al centro del dibattito politico e mediatico, ha visto interventi di alto livello: il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato che interverrà se emergeranno profili disciplinari, mentre Matteo Salvini ha dichiarato di non aver chiuso occhio a causa della vicenda. Nel frattempo, i nuovi avvocati stanno preparando il ricorso contro l’ordinanza che ha collocato i tre figli in una casa famiglia, puntando a dimostrare la piena volontà dei genitori di collaborare con le autorità e tutelare i bambini.