Evan ucciso a 20 mesi a Modica: si scopre che la madre era già indagata per maltrattamenti

Il piccolo Evan, ucciso dalle violenze dalla madre e del compagno, negli ultimi 3 mesi era stato al pronto soccorso per fratture scomposte e ferite infette. La madre era indagata per maltrattamenti ma non le tolsero il piccolo nonostante la richiesta del padre

Evan ucciso a 20 mesi a Modica: si scopre che la madre era già indagata per maltrattamenti

Letizia Spatola, la madre del piccolo Evan ucciso il 17 agosto ad un anno e mezzo con percosse che ne hanno causato la morte cerebrale, era già indagata per maltrattamenti in famiglia. Il bambino era giunto nell’ospedale di Modica con delle lesioni che secondo l’accusa erano state procurate dal convivente della donna Salvatore Bianco e queste lesioni avevano causato la morte del bambino. Letizia ventitreenne e Salvatore trentaduenne sono entrambi in carcere omicidio, concorso in omicidio e maltrattamenti in famiglia.

La procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta dalle quale è emerso che il bambino, nel periodo che va da maggio a luglio di quest’anno, è stato portato per ben 3 volte in pronto soccorso per una frattura scomposta al femore destro per una ferita infetta e per una clavicola sinistra fratturata: le ferite erano state curate al pronto soccorso dell’ospedale di Noto. La madre aveva detto al personale dell’ospedale che il bambino era caduto mentre giocava al medico di turno non aveva creduto alla ricostruzione della donna ed aveva segnalato l’accaduto alla polizia, che ha presentato una relazione alla procura.

La prima aggressione documentabile risale al 27 maggio, quando il piccolo giunse in ospedale con una frattura scomposta al femore destro con relativa tumefazione all’anca e al ginocchio destro. La seconda volta è avvenuta pochi giorni di distanza ossia il 12 giugno quando il bambino è stato curato per una ferita infetta.

In questi giorni si sta volgendo l’inchiesta sulla morte del piccolo ed è stato effettuato un sopralluogo all’interno della casa della coppia, che risiede a Rosolini: all’interno dell’abitazione è stata sequestrata la fodera del cuscino della culla dove la polizia scientifica ha rinvenuto tracce di sangue.

Dalle indagini è emerso che il padre biologico del bambino aveva già segnalato il fatto che il figlio avesse spesso di lividi ed aveva chiesto l’intervento del servizio sociale senza essere stato ascoltato per insufficienza di personale.

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