Eva Riccobono testimonial del video shock contro la violenza sulle donne

In un video shock Eva Riccobono viene fatta a pezzi: lo spot, realizzato in collaborazione con Prada e Tod's, è stato girato per testimoniare contro la violenza sulle donne. La modella perfetta, buona e bella, viene spezzata dagli abusi

Eva Riccobono testimonial del video shock contro la violenza sulle donne

La modella palermitana Eva Riccobono è la protagonista di un video shock contro la violenza sulle donne. Il video è prodotto dalla onlus Fare x bene” e ha scelto come testimonial la splendida Eva, che in questa occasione invece di farci sognare con le sue sfilate e la sua bellezza lascia un senso di sgomento profondo.

Nello spot la modella si trasforma in una bambola perfetta, bella e buona, ma che poi alla fine viene fatta a pezzi a causa degli abusi di cui è vittima proprio nell’ambiente domestico, luogo che la dovrebbe proteggere ma che invece la porta a distruggersi. 

La modella viene presentata immobile, proprio come se fosse un manichino, e sullo sfondo si alza la celebre canzone di Caterina Caselli, la famosa Nessuno mi può giudicare. In posa, la modella si mostra senza dire una parola e vestita con abiti di lusso, scelti tra i migliori brand della moda, MiuMiu, Prada, Tods e Dsquared come ad indicare che all’apparenza molte donne, visto che si possono permettere certi lussi, sembrano tranquille, ma che dentro hanno l’anima rovinata da tanti abusi e violenze.

L’immagine di Eva poi scompare e lascia posto al viso di Valentina Pitzalis, la donna 27enne che è stata aggredita dal marito il 17 aprile 2011 e le ha gettato addosso il cherosene lasciandola viva per miracolo, ma sfigurata nel viso e nel corpo. Un’immagine terribile che conferma che la violenza sulle donne ha dati allarmanti come testimoniano le 179 donne assassinate in Italia solo nel 2013, all’incirca una ogni due giorni.

In questo contesto non sono incluse le donne che sono rimaste vive ma che hanno ancora addosso i segni evidenti della violenza subita, e nel 2013 sono state ben 47. Una storia che si ripete fin troppo spesso e che fa soffrire migliaia di donne ogni giorno in tutto il mondo. La lotta per combattere questi abusi dovrebbe essere ampliata e comprovata da altre azioni che impediscano il nascere anche della pur minima violenza sulle donne.

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