Proprio nei giorni nei quali si celebra il terzo anniversario del suo pontificato, Papa Francesco renderà ufficiale il documento che sintetizza il lavoro compiuto da ben due Sinodi di Vescovi che hanno affrontato temi scottanti per la chiesa e che avranno un impatto determinante sul rinnovamento che Papa Francesco ha fin dal primo momento dichiarato di voler apportare in Vaticano.
La controversia emersa durante i lavori dei sinodi tra ‘riformisti’ e ‘tradizionalisti’ non ha scoraggiato il Papa che ha visto comunque, a suo favore, quasi l’80% dei consensi sulle sue richieste di maggior apertura ai divorziati, ai separati risposati e alle coppie omosessuali. La parola omosessuale, però, non viene esplicitamente citata nel documento, ma ad essa fanno riferimento le circostanza accessorie e, non dimentichiamo che fin dal primo momento Papa Francesco, sull’argomento, ha dichiarato: “Chi sono io per giudicare?“.
Nel convincimento del Papa che lo scopo di Cristo sia salvare e non condannare, Papa Bergoglio legittima una prassi già ampiamente affermata da parte di numerosissimi parroci che non negano la comunione ai separati, anche se risposati. In precedenza ciò era ammissibile solo se ci si asteneva dalla ‘consumazione’ del rapporto. I vescovi più tradizionalisti si sono visti, quindi, messi in minoranza dal fermo convincimento del Papa che bisogna operare una svolta epocale nella gestire della chiesa, ma pur sempre nel rispetto dell’ortodossia cristiana e delle sue esigenze.
Il Papa sintetizza tutte queste istanze in un’ unica parola:”misericordia” e mette così a tacere ogni eventuale critica al suo operato. Altre critiche sono state mosse da quanti contestano le nomine dei “Vescovi dei Poveri” e la politica di restituire ai vescovi tutto il loro potere.
Domenica il Papa ha invitato i vescovi “a guardare negli occhi” i fedeli esortandoli a recuperare un rapporto più diretto e sincero che negli anni risultava offuscato, se non addirittura smarrito. Sono queste le premesse per la nomina futura di molti altri vescovi, visto che molti alti prelati della chiesa sono in età pensionabile, età che il Papa ha stabilito a 75 anni.