Eseguito primo trapianto del pene: il risultato è sbalorditivo

Il Dott. André Van Der Merwe ha eseguito il primo trapianto di pene ottenendo un risultato sorprendente. Il ragazzo di 21 anni che ha subito quest'intervento si può ritenere molto soddisfatto.

Eseguito primo trapianto del pene: il risultato è sbalorditivo

La chirurgia dei trapianti, oggi, non pone limiti. Un altro successo è stato raggiunto e questo grazie al Dott. André Van Der Merwe, noto chirurgo di Johannesburg, il quale è riuscito a eseguire il primo trapianto di pene. Il donatore era un ragazzo sudafricano di 24 anni ed il ricevente un ragazzo di 21 anni, il quale, a causa di una brutta infezione, ha ricevuto l’amputazione dell’organo: i dottori erano riusciti a salvarne poco meno di un centimetro.

Il Dott. André Van Der Merwe è stato ospite a Venezia, dove si è tenuto il congresso nazionale della Società italiana di Urologia, ed ha illustrato, ai suoi colleghi, tutte le fasi dell’operazione.

L’intervento ha avuto una durata di circa nove ore. Il giovane che ha subito il trapianto, già dopo solo tre mesi, è riuscito a recuperare non solo la piena funzionalità urologica, ma anche quella sessuale e, oltretutto, lo stesso giovane è prossimo al suo sogno di diventare padre.

Un risultato a dir poco sbalorditivo che, poi, non è rimasto isolato: dallo scorso Dicembre, sono stati eseguiti altri tre interventi, perfettamente riusciti. Il fatto che questo tipo di chirurgia stia avendo un sviluppo eccezionale, soprattutto nei paesi dell’Africa, non è un caso: infatti, si verificano spesso traumi e amputazioni degli organi genitali maschili causati da circoncisioni eseguite in malo modo e senza alcuna precauzione.

Per quanto riguarda l’evolversi di questo tipo di interventi, in particolare per ciò che concerne il tumore al pene, il Dott. André Van Der Merwe esprime qualche perplessità affermando che: “un paziente di Halifax è stato sottoposto quest’anno a trapianto di pene dopo essere sopravvissuto ad un tumore, sempre del pene. L’intervento, però, è stato condotto nel contesto di una chirurgia sperimentale. In particolare il collega ha messo in pratica un protocollo che prevede l’utilizzo minimo di farmaci anti rigetto. Stiamo parlando di un protocollo sperimentale e l’immuno-soppressione è un limite enorme per questa chirurgia”.

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