Ercolano, ultima scoperta degli inquirenti: 11 spari contro Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro

Contro di loro sono stati esplosi ben 11 proiettili. È l’ultima scoperta degli inquirenti al lavoro sul caso di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, i due giovani di 26 e 27 anni ammazzati a colpi di pistola nella loro auto la notte del 29 ottobre a Ercolano.

Ercolano, ultima scoperta degli inquirenti: 11 spari contro Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro

Una svolta che, a neanche 24 ore dall’accaduto, è valsa l’accusa di duplice omicidio volontario a Vincenzo Palumbo, l’autotrasportatore 53enne che ha premuto il grilletto scambiando i ragazzi per due ladri appostati sotto casa sua.

L’uomo si trova in stato di fermo presso il carcere di Napoli e per tramite del suo legale ha chiesto scusa ai familiari delle vittime dicendosi “addolorato” e sostenendo che “non voleva uccidere

La vicenda

Undici spari, contro Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro, vittime e innocenti nella notte di sangue in via Marsiglia a Ercolano. Poco fa è stato reso noto il decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli nei confronti di Vincenzo Palumbo, classe 1968, accusato di duplice omicidio volontario (artt.81 cpv. 575 e 577 c.p.) che ha ammazzato i due, perché – questa la sua difesa – pensava fossero dei ladri.

Palumbo con questi capi d’accusa rischia l’ergastolo.I dettagli emersi inquietano ulteriormente ed era quasi impossibile ipotizzarlo,  visto che si tratta di una storia già agghiacciante. Poco dopo la mezzanotte del 29 ottobre, 11 colpi d’arma da fuoco esplosi da una pistola Beretta calibro 40, regolarmente detenuta, finivano nella direzione di fuga di una Fiat Panda con a bordo due persone.

Entrambi gli occupanti dell’autovettura, poi identificati nei giovani, sono colpiti  mortalmente alla testa. I proiettili hanno perforato il tetto dell’autovettura, complessivamente raggiunta da 5 colpi d’arma da fuoco. Il decreto di fermo parla di immagini di videosorveglianza in possesso degli inquirenti.

Si evincono elementi drammatici e definitivi. Fusella e Pagliaro non erano dei ladri, sono finiti sotto una pioggia di proiettili e per giunta sono stati raggiunti dai colpi di pistola sparati da Palumbo mentre, forse consci del pericolo, scappavano. Omicidio volontario, della legittima difesa non c’è nemmeno l’ombra, nemmeno una ipotesi folle potrebbe farla immaginare.

Prima di disporre il fermo il Pubblico Ministero ha proceduto all’interrogatorio di Palumbo. L’uomo ha ha riferito di essere stato svegliato dal suono del sistema di allarme della propria abitazione e che dopo aver preso la pistola, che ogni notte custodiva sotto al letto a causa di un furto subito in casa in data 4 settembre 2021 ad opera di ignoti, si era precipitato fuori al terrazzo per respingere temuti ladri o rapinatori.

L’indagato ha altresì riferito di aver visto un giovane in fuga all’interno della sua proprietà, il quale, alle sue grida, sarebbe fuggito a bordo della Fiat bianca che lo avrebbe atteso con il motore acceso.L’indagato ha dichiarato di aver esploso “4 o 5 colpi d’arma da fuoco nonostante la pistola si fosse inceppata dopo l’esplosione del primo”.

Una bugia: delle indagini delegate ai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco contraddicono allo stato la tesi difensiva.La dinamica dei fatti, per il numero, la sequenza e la direzione dei colpi esplosi, cosi come ricostruita le indagini fin qui svolte, rivela secondo la Procura di Napoli “una condotta intenzionalmente e senza giustificazione rivolta a cagionare la morte violenta dei giovani Giuseppe Fusella e Tullio Pagliaro”. Intanto l’uomo attraverso il suo avvocato ha chiesto scusa: “Mi dispiace, non volevo ucciderli”.

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