Continuano i guai per Emilio Fede, l’ex direttore del Tg4. Infatti, dopo la condanna a sette anni di reclusione nel processo “Ruby bis”, in cui gli sono stati contestati i reati di favoreggiamento e induzione alla prostituzione di ragazze maggiorenni, i magistrati di Torino hanno condannato Emilio Fede per diffamazione aggravata nei confronti di Imane Fadil, fotomodella marocchina che faceva parte della “scuderia” di Lele Mora.
I fatti risalgono al 2011, quando Emilio Fede accusò la modella, durante l’edizione serale del telegiornale del 17 settembre, di avere tentato di estorcergli 50mila euro, in cambio del silenzio riguardo alla serate passate in casa di Silvio Berlusconi. Una dichiarazione che il tribunale di Torino ha giudicato non vera. Il giudice Ivana Pane ha sentenziato che Fede mentì su tutti i fronti, accogliendo quindi la tesi della ragazza che lo aveva querelato e ha condannato l’ex direttore del Tg4 al pagamento di una multa di 10mila euro, a cui vanno sommati altri 40 mila euro di provvisionale.
“Sono contenta – afferma Imane Fadil dopo la sentenza – non volevo vendette ma solo giustizia perché mi ha molto amareggiata essere stata definita colpevole di un’estorsione da Emilio Fede. Lui ha messo in piazza le mie difficoltà familiari ed economiche. Quando avevo perso il papà da poco, lo avevo confidato a Fede, a una cena. Anche mio fratello era malato e io ne soffrivo molto. Lui ha usato la mia confidenza per infangare in pubblico me e la mia famiglia”.
Invece Emilio Fede, che non si è mai presentato alle udienze del processo, tramite il suo avvocato, ha smentito quanto detto dalla modella e annunciato che ricorrerà in secondo grado.