Emergenza povertà: oltre 30 mila famiglie in difficoltà nella capitale

Dati agghiaccianti quelli forniti dalla Caritas: oltre 30 mila famiglie sono coinvolte nell’emergenza abitativa esplosa nella capitale. 7.500 persone vivono in una situazione di estrema povertà a Roma.

Emergenza povertà: oltre 30 mila famiglie in difficoltà nella capitale

Brutte notizie per la città di Roma che, oltre ad essere la capitale dello stivale, sta diventando anche la capitale della povertà sempre più diffusa nel Bel Paese. La Caritas, che ha redatto un rapporto sulla povertà nella città, ha fornito dei dati agghiaccianti. La povertà sta iniziando ad assumere nuove forme, tra cui quella conosciuta ora come “Barbonismo Domestico”, ovvero persone in possesso di una casa di proprietà, ma che si trovano in stato di abbandono totale.

Il rapporto indica come circa 7.500 persone nella capitale vivano in estrema povertà. Gli italiani sono il 45%, il 35% è in possesso di un diploma di scuola media superiore. Inoltre, sono un numero compreso tra 14 mila e 16 mila le persone che non hanno una fissa dimora. Il 34% di essi vivono in strada da oltre 4 anni. Questo fa capire come, una volta finiti in strada, sia difficile tornare alla vecchia vita.

Il rapporto afferma come i poveri di oggi sono assai differenti dalla figura del barbone diventata tristemente nota negli anni ‘80 e ’90. Sono presenti varie tipologie, tra cui: persone poco competitive sul mercato del lavoro; persone anziane senza fissa dimora e con un passato da senzatetto; persone giovani (20-45 anni) che sarebbero attivabili nel mondo del lavoro; senzatetto coinvolti in percorsi sanitari; tossicodipendenti o ex tossici; senzatetto divenuti tali per via di violenze domestiche; persone con un passato migratorio fallito.

L’emergenza abitativa coinvolge circa 30mila famiglie di Roma, e qui entra in gioco un altro fattore, ovvero il problema di oltre 130 mila case sfitte. Non esiste un’offerta abitativa a prezzi accessibili e, inoltre, non è presente un’azione pubblica efficiente. Il confronto con le altre realtà europee è severo: gli alloggi sociali nelle altre città rappresentano circa il 13.7% delle abitazioni, a Roma solo il 4.3%. Non è stato ancora reso possibile un lavoro di costruzione per un’opera di “housing sociale”.

Nel 2017 si è verificato un brusco ridimensionamento per quel che riguarda l’assegnazione delle case, e questo ha portato 5.000 persone all’occupazione illecita di edifici. Circa 1.400 persone ricevono assistenza nei residence, con un costo annuo di circa 30 milioni di euro. 90mila studenti fuori sede non rientrano nel progetto dei posti letto dell’ADISU, e finiscono per abitare in stanze affittate in nero.

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