Emergenza covid: dall’India all’Italia con tamponi falsi

Atterrati a Fiumicino diversi passeggeri affetti da coronavirus grazie a tamponi falsi pagati 30 dollari. Molti hanno preso il volo aereo anche se già malati.

Emergenza covid: dall’India all’Italia con tamponi falsi

L’emergenza Covid-19 ha messo praticamente in ginocchio l’intera India che registra migliaia di casi ogni giorno senza vedere una battura di arresto o rallentamento della pandemia. Gli altri stati, tra cui l’Italia, hanno inviato diversi aiuti e hanno posto delle limitazioni per tutti coloro provenienti proprio dall’India

Tra le limitazioni e le azioni poste in atto ci sono quelle di effettuare un tampone almeno 48 ore prima della partenza e lpisolamento fiduciario per 14 giorni una volta arrivati in Italia. Nonostante tutto, la variante indiana si sta diffondendo a macchia d’olio e si registrano diversi casi di questa nuova forma di covid. 

Tutto questo accade perchè in India hanno creato una rete di traffico illegale di finti tamponi i quali falsificano l’eventuale negatività o positività del test. Come si legge dal quotidiano “Il Messaggero” alcuni dei passeggeri hanno dichiarato di non aver fatto alcun tampone, ma di aver acquistato un finto certificato per soli 30 dollari il quale gli permettesse di prendere il volo senza alcun problema. 

Alcuni di questi passeggeri sono saliti al bordo degli aerei diretti in Italia già con la malattia in atto, come dimostrerebbero i test effettuati sui passeggeri atterrati in Italia. Infatti, il 9% di loro è risultato positivo. Si potrebbe pensare ad una percentuale esigua, ma queste potrebbero creare dei focolai proprio come avvenuto l’estete scorsa. 

Sotto accusa è il sistema messo a punto dal Ministero della sanità, un sistema giudicato subdolo, troppo semplice da eludere e che sarebbe difficile da tracciare. A tal proposito è intervenuto l’assessore della Sanità del Lazio, Alessio D’Amato: “Davvero pensiamo che un lavoratore tornato dall’ India legge l’ordinanza e di sua iniziativa decide di isolarsi? Serve un sistema del tutto differente, bisogna recuperare le liste dei passeggeri tornati dall’India, dal Bangladesh e dallo Sri Lanka, e inviarle alle varie Asl”

Continua a leggere su Fidelity News