Una storia nella storia: è così che potremmo definire questa vicenda che, se inizialmente ci ha fatto sperare – almeno per un attimo – di aver ritrovato la piccola Maddie McCann, scomparsa diversi anni fa all’età di tre anni da un resort in Portogallo, ora ha aperto una finestra sul triste e drammatico mondo di Embla.
Dai lineamenti, dai modi di fare, dal naturale garbo con cui si muoveva ed interagiva, un pò tutti quelli che erano entrati in contatto con la giovane svedese a Roma avevano capito che la ragazza non era una senzatetto qualunque; ma certo nessuno di loro poteva mai immaginare la storia di Embla, quel romanzo complesso fatto di tanta solitudine e tristezza dovuta ad una malattia: la sindrome di Asperger.
Ma tra i suoi tanti pensieri – come raccontato dal padre della ragazza giunto da Stoccolma dopo il suo ritrovamento – ce ne era uno in particolare: Roma. Embla era stata nella città eterna anni fa e se ne era innamorata, tanto da portarla ad uno studio matto e disperatissimo della lingua italiana.
Una passione che coltivava in ogni momento e luogo, ma che un giorno, in occasione di una prolungata assenza del padre per motivi di lavoro, è diventata una realtà perchè Embla decide di prendere un treno con destinazione Roma. Ed è da quel momento che il padre – secondo quanto raccontato nel corso di un’intervista – non ha più sue notizie.
Solo grazie all’attenzione dei media internazionali rivolte al caso di Maddie è stato invece possibile ritrovare sua figlia. Ma durante il loro incontro sembra che le cose non sia andate proprio come era possibile aspettare. Embla, racconta il padre, non ha parlato molto e ha manifestato il desiderio di non far ritorno a Stoccolma.
Cosa fare allora? E’ la domanda che si è posto non solo il padre, ma un pò tutti quelli che hanno seguito a vario titolo e misura questa vicenda. Embla è maggiorenne, dunque per la legge italiana può decidere da sola, ma la domanda che ci poniamo è con quale animo si può rimettere in strada una ragazza come lei? Che ne sarà di Embla?