Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Lui si chiama Mattia Sangermano, è uno studente di vent’anni di Pavia, ed era balzato agli onori della cronaca quando il giornalista di Canale 5 Fedocci, inviato a Milano nel momento degli scontri, lo fermò e gli chiese che cosa ne pensasse lui di tutto quello che gli stava succedendo attorno.
Le parole del ragazzo, scatenarono un vero putiferio: “Se non dai fuoco alla banca, sei un c……e”, disse Mattia, forse preso da un attimo di eccessiva euforia. Il ragazzo, che a onor del vero ha detto di essere stato “in mezzo al bordello” ma di non aver lanciato nulla contro vetrine, negozi e banche, ha però affermato che, se avesse avuto in mano qualcosa, avrebbe volentieri partecipato alla devastazione. Un apologia dei Black Bloc bella e buona: vuota di significato, confusionaria, tipica di chi non sa assolutamente di cosa sta parlando, né tantomeno di quanto siano gravi le sue parole.
Ebbene, sui social Mattia Sangermano è diventato, suo malgrado, un vero e proprio fenomeno. Decine e decine le pagine di scherno o, in alcuni casi, di offesa, nei confronti del giovane studente, da cui hanno preso le distanze un po’ tutti: i cittadini indignati, che hanno visto nelle sue parole l’insensatezza dell’intero movimento No Expo (sbagliando), e lo stesso movimento, che non voleva essere identificato dalle parole vuote di un ragazzino.
Alla fine Mattia, intercettato da Repubblica, ha però voluto chiedere pubblicamente scusa: “Mi sono accorto solo alla fine di quello che stava realmente succedendo: non sono un violento, e non romperei mai una vetrina. Sono pronto a dare una mano a ripulire la città, anche se io personalmente non ho sporcato nulla“. Almeno ha capito di averla fatta grossa, non c’è che dire!