Ebola: l’infermiera spagnola sembra guarita

L'infermiera spagnola ricoverata in ospedale dal 6 ottobre scorso sembra guarita dall'infezione virale, anche se il condizionale è d'obbligo. Nuovi casi sospetti in giro per l'Europa non fanno però dormire sonni tranquilli

Ebola: l’infermiera spagnola sembra guarita

Una buona notizia sul fronte epidemia di Ebola in giro per il mondo. L’infermiera iberica, Teresa Romeo, 44 anni, che fu contagiata ai primi di ottobre, sembra essere guarita. Secondo le prime analisi, che andranno però confermate da un secondo giro di valutazioni, nel sangue della donna spagnola non sarebbe più presente il virus mortale che sta diffondendo il terrore in tutto il mondo. Sembra che il sistema immunitario della donna sia riuscito a debellare l’infezione virale, anche se la paziente presenta ancora una acuta infezione polmonare.

L’annuncio ufficiale è stato dato dall’ufficio stampa del premier spagnolo Mariano Rajoy in persona, che cerca di mostrarsi in prima linea nel contenere il primo caso di infezione avvenuto in Europa.

L’infermiera era stata contagiata curando un prete spagnolo tornato dall’Africa e poi deceduto verso fine settembre. Il contagio parrebbe avvenuto per un’imprecisione dell’infermiera stessa che avrebbe toccato sovrappensiero il guanto con cui aveva toccato il religioso iberico durante la sua degenza in Spagna.

L’inaccuratezza dell’infermiera iberica però è solo una delle tante disattenzioni e inadeguatezze che il personale medico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha commesso nel corso degli ultimi mesi; impreparazione e disinformazione sono infatti alla base del diffondersi continuo dell’epidemia che dall’inizio dell’anno ha già ucciso, secondo certe stime, più di 4500 persone.

Accanto alle colpe dell’OMS ci sono sicuramente quelle delle leadership africane che non hanno fatto nulla se non incrementare la disorganizzazione e la mala informazione riguardo l’epidemia.

Sempre a proposito di leader politici, giovedì 23 e venerdì 24 ottobre si riuniranno a Bruxelles i 28 capi di stato e di governo dell’Unione Europea per coordinare in maniera unitaria gli sforzi e le energie nel contenere il diffondersi dell’epidemia sul suolo europeo. Inoltre sta emergendo l’idea, dopo la verifica che la Nigeria è virus-free, di affiancare alle autorità africane un paese occidentale per ogni paese africano seriamente provato dall’epidemia; in particolare, si affiancheranno gli USA alla Liberia, la Francia alla Guinea e la Gran Bretagna alla Sierra Leone.

A livello europeo però manca ancora una stretta coordinazione; ogni paese ha infatti deciso un po’ a macchia di leopardo misure di sicurezza singole nei propri aeroporti, con voli per le regione africane colpite dalla pestilenza. Si spera che la buona notizia dell’infermiera spagnola non rallenti il processo di coordinazione europeo che deve assolutamente concretizzarsi nel vertice di fine ottobre per prevenire un’epidemia nel Vecchio Continente durante la stagione invernale, quando notoriamente le difese immunitarie degli esseri umani sono più messe alla prova.

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