E’ stato individuato il primo caso di Ebola per un italiano. L’uomo è un medico di Emergency e la malattia gli è stata diagnosticata mentre si trovava in Sierra Leone. Il medico sarà portato in Italia stanotte e immediatamente ricoverato a Roma, all’Istituto Spallanzani.
Il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha spiegato la situazione: “Abbiamo avuto nel pomeriggio di ieri notizia dall’ONG Emergency di un medico italiano positivo al virus Ebola in Sierra Leone. Sono state immediatamente attivate l’Unità di crisi della Farnesina e l’Aeronautica Militare per le conseguenti attività operative ed il trasferimento del paziente presso l’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani“. Sono state date quindi le dovute disposizioni per mettere in moto la macchina organizzativa che in questi casi prevede il trasferimento del medico italiano con trasporto ad alto biocontenimento. Sono anche state garantite le misure di sicurezza che proteggono da contagi e trasmissione del virus.
Il ministro Lorenzin ha anche cercato di rassicurare la famiglia del medico, fornendo informazioni chiare e precise sul suo stato di salute e ha detto che sta bene, non ha febbre e che tutto è rigorosamente sotto controllo. Buone notizie arrivano riguardo il dipendente dell’Unicef che aveva reso il virus Ebola in Sierra Leone ed era stato portato in Francia. Adesso l’uomo sta bene, è perfettamente guarito e ha lasciato Parigi già da qualche settimana. A confermare la notizia è proprio il governo francese, che però non ha voluto pubblicizzare l’identità del dipendente, ma ha garantito che l’uomo è completamente guarito.
Fino ad oggi sono stati almeno venti le persone che hanno contratto il virus e sono stati curati in altri paesi come la Francia, che finora si è occupata di due pazienti. Anche nelle altre nazioni dove sono state ricoverate queste persone la maggior parte di loro è guarita, ed è dovuta rientrare nei luoghi d’origine. Una notizia recente è quella che in Africa saranno costituiti 150 operatori sanitari voluti dalla Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale, che prossimamente provvederà a mandarli in Sierra Leone, Liberia e Guinea per impedire il dilagarsi di questa malattia che continua a propagarsi, ed evitare che contagi anche altre persone.