Secondo le fonti della polizia penitenziaria è morto all’età di 79 anni Raffaele Cutolo, conosciuto dai suoi compagni di carcere con il soprannome “O Professore” perché l’unico tra di loro capace di leggere e scrivere. Il boss malavitoso era ricoverato nel reparto sanitario detentivo del carcere di Parma.
Soprattutto nell’ultimo periodo è stato protagonista di molti trasferimenti dal carcere al reparto ospedaliero a causa della sua malattia. Nel respingere l’ultima istanza di differimento della pena, fatta dalla difesa di Raffaele Cutolo, si leggeva che le sue precarie condizioni fisiche era compatibili con la sua detenzione.
Tuttavia, nonostante la sua età, il tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva sottolineato: “Si puo’ ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma. Nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un ‘simbolo’ per tutti quei gruppi criminali che continuano a richiamarsi al suo nome”.
La vita di Raffaele Cutolo
Nato a Ottaviano il 4 novembre del 1941, la sua carriera da criminale inizia nel 1963, quando commette l’omicidio di un ragazzo del suo paese natìo di nome Mario Viscito. Il tutto sarebbe avvenuto perché il ragazzo avrebbe fatto dei semplici apprezzamenti fisici alla sorella Rosetta, considerata l’esponente principale della Nuova Camorra Organizzata.
La Nuova Camorra Organizzata (NCO) viene fondata negli anni ’70 in Campania. anche se raggiunge la sua massima espansione nei primi anni ’80 per via di alcune guerre sanguinose con altri clan. I massimi esponenti del clan, oltre a Raffaele e Rosetta Cutolo, sono: Vincenzo Casillo, Pasquale “o animale” Barra, Davide Sorrentino, Antonino Cuomo, Giuseppe “O’Giappone” Puca, Alfonso “o’ ntufato” Rosanova, Pasquale “l’ingegnere” Scotti, Raffaele Catapano e Pasquale D’Amico.
Il clan ha perso il suo potere durante la guerra con “Nuova Famiglia“, creata di proposito proprio per far perdere il potere a Raffaele Cutolo. In questa associazione mafiosa erano presenti: Michele Zaza, i fratelli Ciro e Lorenzo Nuvoletta ed Antonio Bardellino, e da altri capi-banda camorristi come Carmine Alfieri, Luigi Giuliano e Pasquale Galasso.
Nel corso degli anni Raffaele Cutolo è stato protagonista di molte opere. La canzone “Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè viene considerata un riferimento esplicito alla figura del boss. Cutolo però non ha mai nascosto il suo apprezzamento per il brano, definendosi sorpreso per come abbia descritto in maniera così perfetta la sua personalità e la sua vita carceraria senza averlo mai incontrato, e negli anni ha inviato all’artista ligure numerose testi da poter musicare.