Due studiosi spiegano le perdite a “gratta e vinci” e superenalotto

Due studiosi italiani, il matematico Diego Rizzuto, ed il fisico Paolo Canova, hanno spiegato l’improbabilità di vincere soldi nei giochi d’azzardo, e la motivazione delle perdite a “gratta e vinci” e superenalotto.

Due studiosi spiegano le perdite a “gratta e vinci” e superenalotto

Rizzuto ha 36 anni, è un matematico, Canova ne ha 40, ed è un fisico. Sono originari di Torino, e sono divulgatori scientifici. Hanno incominciato adoperando il gioco per illustrare e interpretare la matematica negli istituti scolastici: attualmente, li interpellano Asl, aziende, ed enti locali, per impedire – con la matematica – la dipendenza dal gioco d’azzardo. Nel corso di una recente intervista al Corsera, Diego Rizzuto e Paolo Canova hanno provato a spiegare la difficoltà di vincere soldi ai giochi

Secondo il punto di vista di Canova, e in base ai suoi studi e alla sua esperienza, per lui – in ogni gioco d’azzardo – si può sapere e calcolare matematicamente già in anticipo quanto si perderà in denaro. Infatti, ad esempio, in un casinò, molti sanno che il banco vince sempre, ma le persone non concretizzano quante volte vinca il banco.

Quando i due studiosi incontrano i giovani a scuola, impostano una giocata solo in apparenza poco istruttiva: comporre un numero di telefono di Torino a caso, e domandare del portiere della Nazionale Gigi Buffon. Dal 2009, ovviamente, non sono mai riusciti a trovarlo. Rizzuto, infatti, dice che la possibilità di indovinarlo é una su dieci milioni, mentre bisogna considerare e prestare attenzione al fatto che la probabilità di vincere al Superenalotto, con una giocata minima, è di una su 622 milioni.

La dimostrazione più semplice, anche per chi non ha passione per la matematica, è la roulette francese. In questo gioco, dice Rizzuto, ci sono 18 numeri rossi e 18 neri, e può sembrare un gioco imparziale, con le stesse possibilità di vincere e perdere. In verità, non è così perché c’è pure lo zero. Quindi, se si punta un euro sul rosso (ma il discorso vale anche per il nero), a ogni puntata, le combinazioni perdenti sono 19, quelli vincenti 18. Così, su un valore intermedio di 37 giocate, si perde sempre una volta di più. Questa impercettibile differenza modifica tutto.

Canova, poi, spiega che si perde un euro ogni 37 che vengono giocati, e ciò corrisponde a 3 centesimi a giocata. I tre centesimi sono la perdita di valore intermedio a puntata della roulette francese, vale a dire il guadagno e il vantaggio che il banco possiede su chi prova a giocare. La stranezza è che, più si azzarda e più si perde, e – di conseguenza – la nostra mente crede nel contrario, perché più grande è la perdita, più vogliamo desiderare la vincita che, nella nostra testa, dovrebbe compensare tutto quello che abbiamo perso.  

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