Due chirurghi a processo: asportano lo stomaco per errore

Due chirurghi dell'Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni sono finiti a processo a seguito di una diagnosi di tumore maligno allo stomaco totalmente sbagliata che ha portato alla rimozione dell'organo.

Due chirurghi a processo: asportano lo stomaco per errore

E’ accaduto nel 2016: una donna di 53 anni viene sottoposta ad un intervento di rimozione chirurgica dello stomaco a seguito di una diagnosi di tumore maligno; ma la diagnosi, e di conseguenza l’intervento, si sono rivelati del tutto errati.

Sono finiti dunque a processo due chirurghi dell’Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni poichè, secondo la Procura di Monza, hanno provocato alla donna una “malattia certamente o probabilmente insanabile”, quale la rimozione di un organo.

Il pm di Monza, Alessandro Pepè, ha disposto la citazione diretta a giudizio per lesioni gravissime a carico dei due medici, rispettivamente il primo ed il secondo chirurgo dell’intervento effettuato tre anni fa. L’udienza, davanti al giudice Angela Colella, era fissata per ieri, 17 Settembre.

La cinquantatreenne è parte civile ed è assistita dall’Avvocato Francesco Cioppa. Secondo l’imputazione la donna, a seguito dell’intervento di gastrectomia totale eseguito il 4 aprile 2016, non ha più potuto avere una vita normale, perdendo addirittura 30 kg. Essa firmò il consenso informato all’esecuzione dell’intervento a causa di un presunto tumore maligno, diagnosi rivelatasi successivamente del tutto errata.

Il legale della vittima, Avv. Francesco Cioppa, ha citato la società Multimedica Spa come responsabile civile. L’Avvocato ha voluto evidenziare in modo particolare l’indifferenza e la negligenza nei confronti della paziente non solo dei due chirurghi imputati ma anche, e soprattutto, quella inerente alla struttura sanitaria in cui i suddetti medici procedevano, e procedono, ad emettere diagnosi e ad operare.

I fatti

L’intervento è avvenuto, con ogni probabilità, a seguito di un’errata interpretazione della Egds (esofago-gastro-duodenoscopia) e della Tac addominale effettuata il 31 Marzo 2016. Sarebbe così stato diagnosticato un carcinoma gastrico, senza però attendere l’esito delle biopsie eseguite, invece che un’ulcera gastrica.

Secondo l’accusa, la donna non sarebbe stata informata della mancanza di tali esami, come non le avrebbero spiegato le ragioni per cui si prediligeva l’asportazione totale dell’organo piuttosto che quella parziale, come imposto, ove possibile, dalle linee guida in materia.

Udienza del 17 Settembre

La donna presente in aula ha raccontato di essere passata dai 58 kg iniziali a 37 kg, potendo nutrirsi solo di minestrine e purè, e di aver ricominciato a lavorare, seppur con un orario ridotto, solo dopo un anno dall’intervento.

Un medico dice di ricordare la paziente arrivata al Pronto Soccorso con inappetenza e vomito. La gastroscopia evidenziava una neoformazione per la quale si attendevano i risultati della biopsia. L’intervento, però, sembra essere avvenuto prima dei risultati a causa della gravità della situazione che impediva il passaggio degli alimenti nello stomaco.
La prossima udienza è fissata per il 15 Ottobre 2019.

Continua a leggere su Fidelity News