Dpcm Natale: il governo valuta la quarantena di 14 giorni per chi rientra dalle nazioni a rischio

L'obiettivo dell'esecutivo, con questo provvedimento, è quello di disincentivare gli spostamenti non necessari durante le vacanze di Natale. Il premier afferma che l'Italia non si può permettere l'arrivo di una terza ondata.

Dpcm Natale: il governo valuta la quarantena di 14 giorni per chi rientra dalle nazioni a rischio

La pandemia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2 costringe ad imporre restrizioni ai governi nazionali di tutto il mondo, che stanno cercando di tutelare sia la salute che le loro economie. L’esecutivo italiano presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, sta valutando di allentare le restrizioni dal prossimo 4 dicembre, visto che la curva epidemica sembra andare verso una stabilizzazione.

Ma lo stesso Premier è stato piuttosto chiaro, perché le prossime riaperture non rappresenteranno un “liberi tutti”, e alcune restrizioni, come il coprifuoco, potrebbero restare. In queste ore si discute se aprire o meno le piste da sci nel nostro Paese: alcune nazioni come Austria e Svizzera, in attesa di eventuali regolamenti europei in materia, hanno deciso che terranno aperti i loro impianti.

Il rischio che gli italiani vadano in vacanza fuori nazione

Il Governo centrale si trova adesso quindi a dover prendere delle decisioni, forse anche piuttosto drastiche. Ad anticipare qualcosa è stato proprio lo stesso Conte nella giornata di ieri 25 novembre, subito dopo l’incontro con il Premier spagnolo, Pedro Sanchez. Per quanto riguarda le vacanze di Natale e le relative regole, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha ribadito che su questo punto ci vuole un coordinamento internazionale.

Se ad esempio Austria e Svizzera, così come altri paesi confinanti, decideranno di tenere aperti gli impianti in montagna e le relative strutture ricettive, il governo potrebbe prevedere l’obbligo di quarantena di 14 giorni per chi rientra in Italia da queste zone. Questa è solo una delle misure al vaglio di Palazzo Chigi, che potrebbero entrare già in vigore nei prossimi giorni. 

Prima di introdurre tale provvedimento ci vorrà comunque un’altra ordinanza da parte del Ministro della Salute, Roberto Speranza, che potrebbe decidere di allargare la lista dei paesi a rischio, lì dove appunto il virus circola ancora in maniera consistente. Il governo italiano vuole procedere con la massima cautela anche in questo periodo natalizio, in quanto non si vuole quanto successo questa estate, quando vi è atto un rilassamento generale, che secondo gli esperti ha probabilmente favorito l’innesco della seconda ondata.

La decisione di voler chiudere le piste da sci non piace agli operatori del settore, che prevedono danni economici ingenti se la stagione dovesse saltare del tutto, o anche in parte. Quello delle vacanze invernali è un settore che muove milioni di euro l’anno, ma la pandemia quest’anno sta mettendo a dura prova lo stesso settore dei viaggi e del turismo. Già nelle scorse ore gli operatori austriaci hanno avvertito che in caso di chiusura totale o parziale degli impianti si dovrebbero prevedere dei ristori adeguati. Sulla stessa linea sono anche gli operatori del settore italiani. 

Francesco Boccia: “Non si può sostenere una terza ondata”

Sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, il quale ha dichiarato che l’Italia non può “sostenere una terza ondata”, per questo l’esecutivo farà in modo che durante le prossime festività natalizie le persone si muovano il meno possibile.

Solo nella giornata di ieri 25 novembre il bollettino epidemiologico nazionale ha fatto registrare 25.853 nuovi casi e 722 morti a causa del Covid-19. Entro la giornata di oggi 26 novembre Conte vedrà i capi delegazione di maggioranza, mentre Boccia e Speranza si incontreranno in videoconferenza con gli enti locali, insieme al commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e ad Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile. 

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