In Italia è ancora molto lontana la parità di genere nella scienza. Oggi, nel nostro Paese, solo il 16,5% delle giovani si laurea in facoltà scientifiche, contro il 37% dei maschi, appena il 22% delle ragazze si diploma in istituti tecnici, a fronte del 42% tra i coetanei dell’altro sesso. In Sicilia e Sardegna va meglio, vengono occupate ben il 37% di donne al Centro.
Maglia nera invece per Nord-Ovest e Sud d’Italia, rispettivamente al 33 e 34%, mentre il Centro ha registrato il 36% e il Nord-Est il 35%. C’è bisogno che le donne raggiungano una maggior consapevolezza in loro stesse, e delle proprie capacità, per non essere schiacciate. Ci sono illustri personaggi, che rappresentano le donne scienziate nel mondo, come Margherita Hack o Rita Levi Montalcini, che hanno dimostrato di essere grandi scienziate e non si sono lasciate prevalere da accademici uomini.
C’è bisogno che le donne si risollevino e protestino per il trattamento che subiscono.Save The Children lancia una mobilitazione digitale con gli hashtag #noncivuoleunascienza #civuoleunascienziata per chiedere maggiori investimenti nell’istruzione e per permettere alle donne di reimmettersi sul mercato del lavoro.
Decine di mobilitazioni e iniziative da nord a sud, vengono lanciate come un seminario dedicato a Vera Rubin, l’astrofisica cui si deve la scoperta che nell’universo esiste un’altra forma di materia oltre quella osservabile: la materia oscura. Per non parlare di decine di scienziate e ingegnere che decidono di parlare nelle scuole.
C’è il rischio che fin dall’infanzia, le donne non sapranno quanto varranno, a causa della disuguaglianza di genere e la pandemia ha aggravato la loro condizione di lavoro. Non crederanno di valere e accantoneranno i loro sogni. Solo una ragazza su 8 infatti si aspetta di lavorare come ingegnere o in professioni scientifiche, a fronte di 1 su 4 tra i maschi.