Dolomiti di Brenta, addio a Simone Navarini: il giovane professore caduto durante un’arrampicata

Simone Navarini, giovane docente e alpinista trentino, ha perso la vita durante un’arrampicata sulle Dolomiti di Brenta, lasciando un grande vuoto nella comunità locale che lo ricorda con affetto e ammirazione.

Dolomiti di Brenta, addio a Simone Navarini: il giovane professore caduto durante un’arrampicata

Un’escursione in alta quota, in uno dei paesaggi più iconici del Trentino, si è trasformata in un momento di profonda tristezza per l’intera comunità di Ravina. Nel tardo pomeriggio di sabato 21 giugno, Simone Navarini, 29 anni, è precipitato durante una scalata sul Sasso San Giovanni, nelle Dolomiti di Brenta, a quota 2.185 metri.

Nonostante il tempestivo intervento dei soccorsi, per il giovane non c’è stato nulla da fare. Il compagno che era con lui ha immediatamente allertato il Soccorso Alpino e i carabinieri di Spormaggiore, ma la situazione si è rivelata purtroppo irreversibile. Simone era molto conosciuto a Trento e dintorni, non solo per la sua attività scolastica come professore all’Istituto tecnico Buonarroti – lo stesso dove aveva studiato – ma anche per il suo ruolo di presidente della sezione di Ravina della storica Società Alpinistica Tridentina (SAT).

Era un punto di riferimento per gli appassionati di montagna, una figura giovane e appassionata, capace di trasmettere il suo amore per le vette sia in classe sia nella sua attività associativa. Le sue giornate erano spesso scandite da escursioni e arrampicate, che condivideva con entusiasmo sui social, documentando paesaggi mozzafiato e momenti di libertà sospesi tra cielo e roccia.

L’ultimo suo post su Facebook, una riflessione poetica sull’essenza delle montagne, riassumeva il suo spirito: “Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne e i crozzi“. Parole che oggi risuonano con ancora più forza nel cuore di chi lo ha conosciuto. Navarini era nato il 29 febbraio 1996, una data rara come il suo profilo: uomo di cultura, sportivo, educatore, simbolo di un Trentino che ama e rispetta profondamente le proprie montagne.

Aveva trasformato la sua passione in una missione, coinvolgendo ragazzi e adulti nelle attività della SAT, contribuendo a diffondere valori di solidarietà, preparazione tecnica e amore per la natura. La notizia della sua scomparsa ha portato al rinvio della festa di apertura della stagione estiva presso la baita della SAT di Ravina, evento simbolico che avrebbe dovuto inaugurare un periodo di escursioni e incontri, e che ora lascia spazio al silenzio e al raccoglimento. La sezione che presiedeva è oggi in lutto, così come l’intera comunità scolastica e alpinistica della provincia.

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