Dna Stasi, trovati cinque marcatori identici

L'avvocato di Stasi ha dichiarato: "Non sono significativi, bisogna attendere la perizia finale". In tutto i marcatori sono 17 e per avere un confronto identico ne necessitano almeno nove

Dna Stasi, trovati cinque marcatori identici

L’esame del Dna di Alberto Stasi è stato confrontato con la materia trovata sotto le unghie della fidanzata, Chiara Poggi, assassinata a Garlasco (Pavia) il 13 agosto del 2007. Dal confronto 5 marcatori risultano identici, ma il legale di Stasi, Fabio Giarda, dichiara che ciò non significa nulla e dice: “Ma non è un dato significativo, ne occorrono almeno 9. Attendiamo la perizia finale”. E continua aggiungendo: I 5 marcatori del Dna sono compatibili con Alberto Stasi ma potrebbero essere di chiunque. Al momento non è un dato significativo. Vedremo cosa verrà scritto nella perizia. Verificheremo in sede di deposito”

Il confronto è stato eseguito al dipartimento di Scienza e Salute dell’Università di Genova e, stando alle osservazioni del legale di Stasi, la comparazione è avvenuta su pochissimi marcatori che risultano comuni e uguali a quelli di moltissime persone. In tutto i marcatori sono 17, ma per avere la conferma dell’identità ce ne vogliono almeno 9. L’ esame eseguito è valido per statistica ma non ha alcun effetto in termini processuali, sostiene l’avvocato Giarda.

Per quanto riguarda i graffi sulle braccia di Stasi, rilevati su qualche foto scattata dopo l’omicidio, il legale conferma che saranno riviste le foto dei primi interrogatori, per verificare se effettivamente vi erano dei graffi. Inoltre, continua l’avvocato: “Sulla camminata ho letto che ci sono risultati incompatibili con quelli che avevamo e che noi non conosciamo. Sulla bicicletta c’è il discorso dello scambio dei pedali che abbiamo già smontato“.

Il legale sostiene anche che non è possibile dimostrare che Alberto abbia veramente scambiato i pedali della sua bici con quelli della bici di sua madre, cosa che invece sostiene la parte civile. La bici della madre di Alberto era stata posta sotto sequestro dopo che alcuni testimoni avevano fornito la versione di aver visto una bici nera da donna. L’avvocato di Stasi vuole anche ricordare che Alberto non si è mai rifiutato di fare il test del Dna, considerando questa una calunnia del tutto ingiustificata. E ha aggiunto: “Abbiamo solo chiesto un differimento perché eravamo tutti in ferie e volevamo dei chiarimenti. Alberto legge le notizie sui giornali prima di saperle dai giudici o dai periti. E non è sicuramente soddisfatto di questa cosa”.

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