Dj Fabo è morto. Ha messo fine alla sua vita

Dopo quasi 3 anni dall'inizio della sua condizione di tetraplegico, Fabiano ha realizzato la sua volontà di porre fine alla propria vita, assistito da un amico che lo ha accompagnato in una clinica svizzera.

Dj Fabo è morto. Ha messo fine alla sua vita

Dj Fabo è morto. E’ scappato dall’Italia per morire senza soffrire perchè la sua condizione non gli dava altre vie d’uscita. DJ Fabo ha deciso di morire e lo ha fatto mordendo un pulsante che attivava l’emissione di un farmaco letale, per sua stessa scelta ha morso la “dolce morte” e se ne è andato scherzando, felice di lasciare questa vita non-vita che per colpa del destino era costretto a vivere da 3 anni, quando, a causa di un incidente stradale, era rimasto cieco e tetraplegico.

Da quel giorno era iniziato per lui un calvario fatto di buio e di silenzio: Fabiano era un dj nei club milanesi e la sua felicità era far divertire la gente, suonare musica nei locali e vivere di luci e colori, ma dopo l’incidente che lo ha reso paralizzato e cieco, anche la musica che prima amava ora gli portava solo tristezza e dolore.

Dopo mesi di disperazione mista a speranza e cure innovative, Fabiano decise che quella non era più vita, voleva essere libero di scegliere di morire senza soffrire, scrisse perfino al presidente della Repubblica per chiedere tramite il Parlamento una legge sul testamento biologico e la scelta di porre fine alla propria vita, ma questo è un desiderio che in Italia non si può realizzare e lo stato obbliga i suoi prigionieri ad andare all’estero per trovare la libertà.

Nel suo ultimo messaggio su Twitter, DJ Fabo saluta il mondo e ringrazia soprattutto una persona che gli è stata accanto e che ha reso possibile la volontà di Fabiano: “Sono arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l’aiuto dello Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e la ringrazierò fino alla morte.”

Marco Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni, ha seguito l’iter di richiesta dell’eutanasia ed accompagnato Fabiano fino in Svizzera per porre fine alla sua vita, per questo gesto di umanità però rischia in Italia fino a 12 anni di carcere. In Italia infatti, ad oggi, non esiste una legge sul Biotestamento e le sue proposte hanno subito diversi rinvii.

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