PESCARA. «Auspichiamo che vengano fissate al più presto le udienze dell’appello bis a Perugia, per portare a termine il percorso giudiziario senza lasciare nessuna imputazione nel limbo della prescrizione, dove nessuno è colpevole, ma neanche innocente. Sarebbe vergognoso». Questo è l’appello accorato del Comitato Familiari delle persone decedute di Rigopiano, a quattro mesi dalla sentenza della Cassazione che ha riaperto il capitolo del disastro colposo, ma che ha anche rinviato a un appello bis gli imputati per delitto colposo.
Sul reato, però, incombe lo spettro della prescrizione, con il rischio che nessuno venga riconosciuto responsabile per il decesso di 29 persone. Dopo oltre otto anni di scontri e attese, i familiari ribadiscono la necessità di procedere rapidamente con il nuovo processo. «Abbiamo affrontato con fiducia e speranza il giudizio della Cassazione, che ci ha restituito un barlume di giustizia dopo le delusioni delle sentenze di primo e secondo grado.
Le motivazioni della Corte sono state per noi un faro nel buio», spiegano i parenti delle persone decedute. Tuttavia, ora si trovano di fronte a una fase estremamente delicata: il reato di delitto colposo ha tempi di prescrizione più brevi rispetto al disastro colposo, e c’è il rischio concreto che il processo d’appello bis perda di efficacia se non verrà celebrato tempestivamente. «Dopo tanto strazio e lotta, non possiamo accettare che la giustizia si inceppi in questo modo. Sarebbe una beffa insopportabile», denunciano i familiari.
Noi non abbiamo mai chiesto vendetta, ma solo verità e giustizia. I nostri Angeli meritano una giustizia piena. Vogliamo poter chiudere gli occhi sapendo di aver fatto tutto il possibile per onorarli. L’Italia intera ha il diritto di vivere in un Paese civile e giusto, e il nostro sistema giudiziario non può arrendersi senza aver punito chi, con imperizia, imprudenza e negligenza, ha causato il decesso di 29 anime innocenti».
L’appello è rivolto alle istituzioni affinché accelerino le procedure e garantiscano che il processo prosegua senza intoppi. I familiari chiedono che lo Stato non li abbandoni proprio ora, in quello che potrebbe essere l’ultimo tratto del loro strazio cammino verso la giustizia.