L’emergenza rifiuti assedia la costa palermitana da Cinisi a Cefalù. I Comuni conferiscono i rifiuti a giorni alterni nella discarica di Bellolampo, ma non riescono a smaltire le tonnellate di immondizia a causa di troppi arretrati.
Inoltre, ancora nessuna certezza sul futuro dell’Ato Palermo 1. Il sindaco di Cinisi, Gianni Palazzolo, che ieri ha speso 15mila euro di fondi comunali per conferire con mezzi privati 50 tonnellate di rifiuti nella discarica di Bellolampo ha detto: “Siamo al collasso e se non fosse stato per l’intervento di Leoluca Orlando che ci ha aperto le porte di Bellolampo saremmo davvero nei guai. Ma la situazione non riesce a tornare a regime. La Regione deve darci garanzie per il futuro. Il 15 gennaio scade l’Ato, mancano pochi giorni, e non sappiamo nulla. Ci sono lavoratori non pagati da mesi e mezzi in numero inferiore rispetto a quelli che servirebbero, sempre per questioni economiche. Così non si può andare avanti. La provincia è in ginocchio”.
Le discariche a cielo aperto si moltiplicano anche a Carini e dintorni e addirittura alcuni abitanti di Villagrazia hanno dovuto andar via dalle case di villeggiatura perché circondate da cumuli di immondizia. Il sindaco di Carini, Giuseppe Agrusa, assicura che fra qualche giorno i compattatori si concentreranno proprio a Villagrazia, bersagliata da tonnellate di rifiuti. Vicino all’autostrada è evidente a tutti una delle tante discariche che ha raggiunto i due chilometri lineari di lunghezza sul ciglio della strada. Il sindaco di Carini non riesce a far fronte alla situazione e dice: “Restiamo sempre in emergenza. C’è un forte ritardo nella raccolta. C’è Bellolampo, ma la mole dei rifiuti è enorme. Abbiamo zone davvero in affanno come via Vespucci e l’area industriale. Anche a Villagrazia di Carini siamo in emergenza. La Regione deve fare qualcosa, i sindaci da soli non ce la fanno”.
E per fortuna i primi di gennaio il governatore Rosario Crocetta ha firmato un decreto che autorizza i 47 Comuni a conferire i rifiuti a Bellolampo. Ma anche questo non è bastato, e uno sguardo ai Comuni che si trovano sulla costa della provincia di Palermo fa capire quanto è grave la situazione. La colpa è da attribuire al blocco della raccolta che c’è stato fra fine dicembre e gennaio, che ha creato problemi quasi irrisolvibili, anche perché i comuni non hanno nemmeno i soldi per avanzare alcuna richiesta.