Dimenticato sullo scuolabus, per il bambino ora il pulmino è diventato un mostro

Per il piccolo alunno è iniziata la scuola materna e, non senza difficoltà, ha ripreso il bus per andare a scuola, cercando di superare il trauma che ha subito.

Dimenticato sullo scuolabus, per il bambino ora il pulmino è diventato un mostro

L’anno scolastico è ricominciato per il bambino di 3 anni che è stato dimenticato sullo scuolabus lo scorso giugno per quasi otto ore. Questa vicenda ha lasciato una traccia profonda nella famiglia di Campli, in provincia di Teramo, che è ancora sotto shock per quanto accaduto. Nonostante il trauma, il piccolo alunno ha iniziato la scuola materna e ha cercato di riprendere una vita normale, anche se a singhiozzo.Il bambino deve affrontare il suo incubo ricorrente quando sale sul pullman, che per lui ha ancora l’aspetto spaventoso di un mostro. Nonostante le difficoltà e la mancanza di continuità, a volte va a scuola con sua madre, altre volte prende il pulmino.

La famiglia ha deciso di incontrare il sindaco di Campli per capire quali mansioni sono state assegnate ai dipendenti comunali coinvolti nel sinistro.Ora un nuovo autista e un’assistente di ruolo, entrambi dipendenti comunali, accompagnano i bambini sul pulmino. Tuttavia, all’epoca dei fatti, l’assistente di ruolo è stata temporaneamente sostituita dalla persona che oggi è indagata. La procuratrice Francesca Zani sta conducendo le indagini, che procedono parallele al percorso medico-sanitario del bambino.

Il nonno paterno e la nonna materna del bambino sono stati ascoltati dalla procura sulla sua condizione psicologica. Entrambi hanno notato dei cambiamenti nel comportamento del piccolo, come un’irrequietezza che non aveva mai avuto prima, frequenti incubi e un forte timore verso il pulmino quando lo vede nei paraggi. Inoltre, il suo appetito è diminuito rispetto a prima. Per monitorare la situazione psico-fisica del bambino, gli vengono regolarmente svolte visite da parte di una neuropsichiatra infantile e una psicologa pediatrica della Asl, come parte delle sedute assegnate dall’ospedale di Teramo.

La neuropsichiatra ha diagnosticato una forma di disturbo da stress post-traumatico che si manifesta nel linguaggio e nell’alimentazione del bambino. I genitori sono molto preoccupati e stanno cercando di aiutare il bambino a superare il trauma. Su consiglio della specialista, i genitori stanno provando ad accompagnare il bambino a scuola in pulmino, anche se all’inizio lui rifiutava di salire. Ora, saltuariamente, il bambino inizia ad accettare di salire sul pulmino. Tuttavia, adesso la famiglia è particolarmente interessata a sapere quali mansioni sono state assegnate all’assistente e all’autista coinvolti nella vicenda.

Si è appreso che hanno ripreso a lavorare, ma in diversi ruoli. Inoltre, l’assistente, che era incaricata del controllo del bus, ora sembra essere stata assegnata all’assistenza di un bambino disabile. Fin dall’inizio, l’avvocato ha presentato denuncia per omissione di soccorso, lesioni personali colpose e abbandono di minore. Il piccolo non è mai arrivato a scuola quel giorno, rimase imprigionato nel bus dalle 8:30 alle 16:00, quando qualcuno si accorse che era ancora sul sedile del bus, legato e incapace di muoversi o comunicare. L’assistente aveva incontrato la mamma due volte quel giorno e, nella seconda occasione, aveva affermato di aver fatto scendere tutti i bambini. Tuttavia, ha ammesso di non essere salita sul bus per controllare se qualcuno fosse rimasto indietro, perché l’autista l’aveva messa di fretta.

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