Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’avvocato Franco Coppi condivide la sua preoccupazione riguardo al silenzio improvviso di Sabrina Misseri, la sua cliente condannata per l’omicidio di Sarah Scazzi, con cui aveva instaurato un intenso scambio epistolare. L’avvocato, convinto dell’innocenza di Sabrina e di sua madre, Cosima Serrano, entrambe condannate per il delitto, ha presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, il quale ha superato il primo controllo di ammissibilità. Tuttavia, Coppi sottolinea la lunghezza dei tempi previsti per tale procedura, che aggiunge ulteriori ansie e preoccupazioni.
Uno degli argomenti principali affrontati da Coppi riguarda la durata estremamente prolungata dei processi giudiziari in Italia, da lui definita come “abnorme”, con una media di 7-9 anni. L’avvocato ricorda come, quando era giovane, poteva fidarsi che un processo avrebbe avuto una durata ragionevole, ma attualmente osserva ritardi significativi nel fissare le udienze. Questa situazione porta l’avvocato a percepire un senso di trascuratezza nel sistema di giustizia, come se tutti si fossero abbassati di livello.
Coppi propone una soluzione per accelerare i tempi processuali, suggerendo di restituire al giudice del dibattimento la possibilità di acquisire la conoscenza degli atti prima del processo. Attualmente, esiste l’idea che il giudice debba affrontare il dibattimento senza avere preventivamente accesso agli atti. Tuttavia, secondo l’avvocato, se una persona è onesta intellettualmente e in possesso di una buona condotta, può leggere gli atti in anticipo e formarsi una propria opinione, che potrà anche essere modificata successivamente, ascoltando le parti in aula.
La visione di Coppi riflette la sua esperienza e la sua delusione riguardo alle pratiche giudiziarie attuali, sottolineando la necessità di ridurre i tempi dei processi per garantire un sistema di giustizia più efficiente. La lunghezza dei procedimenti può avere effetti negativi sulle persone coinvolte, come nel caso di Sabrina Misseri, che ha instaurato una stretta comunicazione con l’avvocato ma ora sembra aver cessato i contatti.
L’avvocato è deciso a difendere l’innocenza di Sabrina e di sua madre, ed è determinato a portare il caso fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo, nonostante i tempi dilatati. Coppi conclude l’intervista dichiarando che la sua lotta è per una giustizia più celere, un’attenzione maggiore verso il diritto di ogni individuo e una sfida contro il sistema giudiziario attuale che sembra aver perso il senso di urgenza nel garantire una giustizia tempestiva ed equa.