La vicenda del detenuto che non ha potuto fare visita al padre morente ha suscitato non poche polemiche. La vicenda è accaduta ad un detenuto del carcere di Rebibbia che aveva chiesto un permesso di due ore con scorta per recarsi a visitare il padre gravemente ammalato. La Corte di Appello di Napoli ha rigettato la richiesta del giovane ritenendo che non sussistessero i requisti di pericolo di vita imminente per il padre.
Il padre del ragazzo è morto qualche giorno dopo e il figlio è rimasto con il rammarico di non aver potuto vedere il padre. A denunciare la vicenda è stato il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni e protagonista è il napoletano Massimiliano P., 48 anni, in carcere a Rebibbia e in attesa di giudizio. La vicenda risale al primo dicembre dello scorso anno, giorno in cui l’uomo aveva chiesto alla Corte d’Appello di Napoli di visitare il padre malato ma i giudici napoletani gli avevano negato il permesso.
Inoltre, Massimiliano P. non ha potuto partecipare alle esequie o vedere la salma prima della cremazione perché un’altra richiesta avanzata dall’uomo alla Corte di Appello è rimasta inascoltata. In segno di protesta il 29 dicembre il detenuto ha cominciato uno sciopero della fame, e dopo averlo sospeso grazie all’intervento degli operatori del Garante ha detto: “La cosa che più mi rattrista è sapere che mio padre aspettava me per morire. Lo sciopero della fame non me lo riporterà, nè riuscirà a placare la rabbia di ingiustizia. Voglio solo esprimere pacificamente il mio dolore per evitare che, in futuro, si verifichino altri casi del genere”.
Il Garante Angiolo Marroni ha inviato una lettera al presidente della Corte d’Appello di Napoli in cui dice:“Mi chiedo sulla base di quale istruttoria ha ritenuto di rigettare l’istanza in questione e se vi siano state ragioni particolari che hanno giustificato un trattamento inumano nei confronti del detenuto in questione. Non vi è dubbio infatti che le condizioni cliniche del padre giustificassero il rilascio del permesso; prova ne sia il fatto che pochi giorni dopo quella richiesta lo stesso è deceduto. L’autorizzazione alla vista con scorta, peraltro, avrebbe consentito di bilanciare le esigenze di sicurezza con elementari principi di umanità”. Inoltre, il Garante ha scritto di voler conoscere le motivazioni che hanno impedito la risposta alla richiesta dell’uomo di partecipare alle esequie del padre. Si attendono ulteriori sviluppi sulla vicenda.