La condanna è definitiva. E’ Giuseppe Cervice, di Castelvolturno, l’assassino di Katiuscia Gabrielli, probabilmente bruciata nel forno della sua pizzeria.
Pochi giorni fa la corte di cassazione ha messo la parola fine a questa brutta storia. L’uomo di Castelvoturno è stato giudicato colpevole del delitto della convivente e madre dei suoi figli anche dall’ultimo grado di giudizio, accogliendo le richieste dei familiari della vittima, costituiti parte civile con l’avvocato Raffaele Russo. Confermata per lui la condanna a 24 anni di carcere. Giuseppe Cervice avrebbe bruciato il corpo della compagna nel forno della sua pizzeria. I resti della povera Katiuscia non sono mai stati trovati.
Scomparve l’8 settembre 1999. Giuseppe Cervice riferì di aver litigato la sera prima della scomparsa con la sua compagna, ma che, poi questa dopo aver minacciato di andare via e portato con se i suoi due figli, si sarebbe convinta a restare, ritirandosi nell’abitazione al piano superiore della pizzeria. Avrebbe visto la sua compagna solo il mattino dopo, verso le sei, prima che lei si incamminasse a piedi lungo la domiziana. La sua versione, però, non convinse gli inquirenti che proseguirono le indagini. Dubbi emersi anche dopo il racconto del figlio che nelle ore precedenti la presunta scomparsa avrebbe cercato invano la madre in casa, trovando solo il conforto della baby sitter ucraina. Quest’ultima, poi irreperibile, avrebbe detto ai carabinieri che Katiuscia Gabrielli non era più in casa già alle quattro di quella notte. Gli inquirenti rilevarono incongruenze nelle dichiarazioni dell’uomo e diedero il via alle indagini, dalle quali emerse un’ipotesi sconcertante: Katiuscia sarebbe stata gettata nel forno della pizzeria e uccisa dalle fiamme: Di lei, tuttavia, non venne trovata alcuna traccia in quel forno. Ne sangue, ne ossa. In primo grado Giuseppe Cervice venne condannato a 24 anni per omicidio, anche se, al termine della sua requisitoria fiume, il pubblico ministero della procura di Santa Maria Capua Vetere, Ilaria Sasso Del Verme chiese l’ergastolo in considerazione dell’aggravante dei futili motivi. In appello il verdetto venne confermato. Anche per la cassazione Cervice è l’assassino della povera Katiuscia Gabrielli.
Rimane inspiegabile ancora oggi dopo molti anni dall’accaduto, il motivo per il quale l’uomo abbia destinato la propria compagna ad una fine tanto atroce.