Deceduto in ambulanza dopo aver atteso i soccorsi per tre ore: nessun medico disponibile

La disgrazia si è consumata durante il tragitto verso un’altra struttura sanitaria, lasciando sgomenti i familiari e sollevando interrogativi sulle tempistiche e sull’organizzazione del sistema di emergenza.

Deceduto in ambulanza dopo aver atteso i soccorsi per tre ore: nessun medico disponibile

 La disgrazia del decesso di Serafino Congi, 48 anni, padre di due bambine, rappresenta un forte esempio delle gravi lacune del sistema sanitario italiano. Il tremendo fatto di cronaca si è consumato il 4 gennaio scorso a San Giovanni in Fiore, nel Cosentino, dove l’uomo è rimasto bloccato per oltre tre ore al Pronto Soccorso in attesa di un trasferimento urgente. Un ritardo fatale, durante il quale le sue condizioni, già critiche, si sono aggravate fino al sopraggiungere di un arresto cardiaco durante il trasporto in ambulanza.

Un’attesa interminabile senza medici disponibili

Serafino Congi era arrivato nel pomeriggio del 4 gennaio al Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore in condizioni gravissime, probabilmente colpito da un infarto. Il personale sanitario di turno aveva immediatamente deciso per il trasferimento in un’altra struttura ospedaliera meglio attrezzata, ma si è scontrato con un’agghiacciante realtà: non c’erano medici disponibili per accompagnarlo. L’unico anestesista in servizio era impegnato in un’altra emergenza e l’elisoccorso, a causa della scarsa visibilità serale, non poteva intervenire. Mentre si cercava una soluzione, il tempo continuava a scorrere inesorabile. Solo dopo tre ore un’ambulanza è partita dall’ospedale di Cosenza per prelevare il paziente, ma ormai era troppo tardi. Durante il tragitto, nei pressi di Celico, l’arresto cardiaco è stato fatale: Serafino Congi è deceduto sulla lettiga dell’ambulanza, senza che nessuno potesse più salvarlo.

Un sistema sanitario sotto accusa

La vicenda ha suscitato rabbia e indignazione, spingendo i familiari dell’uomo a presentare un esposto, con la probabile apertura di un’indagine da parte della Procura di Cosenza. I riflettori sono ora puntati sulla gestione del sistema sanitario calabrese, in particolare nelle aree montane, dove le carenze strutturali e di personale compromettono gravemente il diritto alla salute dei cittadini.

L’interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle

Il caso di Serafino Congi è diventato oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata dal Movimento 5 Stelle, che ha definito la vicenda “gravissima e inaccettabile”. “Il decesso di un 48enne per arresto cardiaco dopo tre ore di attesa al Pronto Soccorso è la testimonianza del fallimento del sistema di emergenza-urgenza in Calabria, soprattutto nelle aree montane”, hanno dichiarato i rappresentanti del M5S in una nota ufficiale. “Presenteremo interrogazioni per fare luce sulla vicenda e chiedere interventi immediati per evitare che altre vite siano spezzate in modo così ingiusto”.

Un grido d’allarme per la sanità calabrese

Il decesso di Serafino Congi riporta al centro del dibattito la condizione critica della sanità nelle zone rurali e montane, dove i cittadini si trovano spesso a dover fare i conti con tempi di intervento inaccettabili, carenze di personale e strutture inadeguate. Un dramma che si aggiunge alle tante storie di sofferenza e abbandono che caratterizzano le aree periferiche del Paese, e che impone un’azione concreta e immediata per garantire che il diritto alla salute non sia più una questione di residenza geografica. 

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