De Falco fa ricorso contro quello che definisce “mobbing”

Il Capitano De Falco, reso noto alle cronache, per aver coordinato gli interventi la sera del nubifragio della Concordia, inseguito al suo trasferimento da un ufficio in prima linea, a dietro le "scartoffie" non ci sta e fa ricorso.

De Falco fa ricorso contro quello che definisce “mobbing”

Tutti conosceranno il Capitano De Falco, reso celebre suo malgrado la notte dell’affondamento della Concordia. Era lui, De Falco, a coordinare le operazioni di salvataggio. Quella sera però, più che il suo buon coordinamento, a renderlo famoso, è stata la telefonata con il comandante Schettino, e la sua celebre frase : Torni a bordo caz** .

Da quella sera, mentre la stampa, l’opinione pubblica, lo trasformava suo malgrado in un eroe, i suoi capi, la Capitaneria e infondo, anche la politica, lo retrocedevano in un ufficio non operativo ma solo di natura amministrativa. Un passaggio di consegne che il Capitano De Falco, giudica come un attacco alla sua persona e al suo operato, e non un semplice spostamente amministrativo.

In virtù di questo, il Capitano, sembra intezionato a non accettare di buon grado questa nuova sistemazione, e, addirittura, sembra intenzionato a portare la vicenda in Tribunale, per vedersi riconoscere i suoi diritti, e soprattutto per far si, che tale trasferimento venga riconosciuto come mobbing .

Ad aumentare sia le polemiche, sia l’amarezza per De Falco, è stato anche il fatto che, nello stesso momento in cui lui veniva trasferito ad incarico inferiore, Schettino ( in processo per omicidio colposo e abbandono nave) , veniva addirittura invitato all’ Università La Sapienza di Roma, per parlare agli studenti. De Falco, ha giudicato questo episodio in modo estremamente negativo, specchio a suo dire di un paese che “guarda al contrario”.

 

De Falco, non si sente un eroe e non ha mai voluto essere trattato come tale, ma vuole, un minimo di riconoscimento, o perlomeno, vorrebbe continuare a svolgere le sue normali mansioni operative come avvenuto nel corso degli ultimi 10 anni. A tale scopo, è in attesa della sentenza del Tar di Bologna che entro breve dovrà decidere se, lo spostamento di De Falco ad altro ufficio è mobbing, o un normale cambio amministrativo che spesso avviene ai vertici della Capitaneria di Porto.

 

Nonostante l’opinione pubblica, si sia decisamente spesa a favore del Capitano De Falco, per motivi a noi sconosciuti, i capi hanno decisamente assolutamente tutt’altro, e quindi, non resta che aspettare che il Tar faccia chiarezza sulla vicenda.

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