Cuoca di Flavio Briatore con il conto in Svizzera, disoccupata e milionaria

L'imprenditore aveva intestato alla donna, a sua insaputa, 39 milioni di dollari. La donna lavorò per la scuderia Renault tra il 2005 e il 2006, e adesso è stata sentita come parte lesa. La donna si è dichiarata estranea ai fatti

Cuoca di Flavio Briatore con il conto in Svizzera, disoccupata e milionaria

Continuano a far discutere i nomi emersi dalla lista Falciani, che hanno rivelato come 7.500 italiani detenessero conti alla Hsbc di Ginevra di svariati milioni di dollari. Come quello della cuoca di Briatore, che al momento risulta disoccupata ma che a suo nome il magnate aveva intestato un conto dove aveva depositato ben 39 milioni di dollari. La donne, Barbara F., 36 anni, vive in una periferia di Brescia e a quanto pare era completamente all’oscuro di questa storia.

La storia sembra incredibile, ma diventa chiara attraverso le indagini: la donna tra il 2005 e il 2006 ha lavorato per il team Renault della Formula Uno, che in quel periodo era diretto da Flavio Briatore. Alle domande della Guardia di Finanza la donna ha risposto: “Hanno usato il mio nome per intestarmi un conto svizzero senza dirmelo”. E la donna ha dimostrato che con quel conto in Svizzera lei non c’entra nulla.

Le Fiamme gialle hanno scagionato la donna dalle accuse e le indagini della donna si sono concluse “senza alcuna contestazione“. Ad accertare l’estraneità della donna alla vicenda è stato il fatto che il conto svizzero “non era riconducibile a Barbara”, come risulta dai documenti dell’indagine. La Guardia di Finanza ha così chiuso la vicenda nei suoi confronti con questa dichiarazione: “Per ragioni non note a questo ufficio, il conto svizzero è stato acceso e movimentato utilizzando fraudolentemente i suoi dati anagrafici”.

Tra i personaggi emersi dall’inchiesta e pubblicati sull’Espresso vi sono anche il manager Giancarlo Boschetti, già amministratore delegato (nel 2003) di Fiat auto, lo stilista Renato Balestra, gli eredi del regista Sergio Leone, il direttore finanziario di Acea, e tra i file trafugati sette anni fa da Hervé Falciani ce ne sono alcuni intestati a ordini e istituzioni religiose.

All’Opera don Guanella risultano associati più di 500 mila dollari e al giornale il religioso si è giustificato dicendo: “Quei conti ci servivano per i nostri scopi assistenziali in Svizzera”. Stessa storia anche per i Frati minori Cappuccini a cui risultava un conto nella banca ginevrina con quasi 35 mila dollari. Ecco le parole di un portavoce dell’Ordine religioso: “E’ stato aperto molto tempo fa per raccogliere denaro da destinare alle nostre missioni”.

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