“Mi portava a credere di essere sbagliata. Per lei i dipendenti della gestione precedente erano dementi che non sapevano fare il proprio lavoro: lo aveva detto a me e ad altre persone“, avrebbe dichiarato una commessa del punto vendita di un centro commerciale della provincia di Cuneo. Quegli episodi, che stando a quanto riportato dalla stessa in tribunale, rappresenterebbero il periodo più brutto della sua vita e risalgono al mese di ottobre del 2021.
La causa di tali difficoltà sarebbero da attribuirsi al trattamento riservatole dalla sua ex direttrice, che ora risulta accusata per maltrattamenti sul posto di lavoro. La donna, in difesa della sua causa, avrebbe riferito diversi altri episodi: “Parecchie volte aveva detto ‘questa deve morire in cassa’, ‘questa mettetela sempre in chiusura’.” Un ambiente di lavoro senz’altro duro e difficile che avrebbero portato la donna ad assumere farmaci antidepressivi, così come i suoi colleghi, secondo le sue dichiarazioni.
L’episodio che avrebbe convinto la donna a denunciare l’ex direttrice, costituendosi parte civile insieme con il sindacato Cisl, sarebbe stato uno dei tanti cambi di orario lavorativo: in quel caso, le sarebbe stato imposto di fare un part time di quattro ore, suddivise fra mattina e pomeriggio in un reparto per cui non garantiva le competenze. “Ero disperata” avrebbe dichiarato davanti al giudice Alberto Boetti.
La donna, in quel periodo, lavorava come responsabile del box informazioni del punto vendita, occupandosi della gestione della clientela, delle cassiere e degli incassi. L’arrivo della direttrice avrebbe fatto precipitare la situazione del centro commerciale, altrimenti amichevole e positiva: “C’era un mio collega sindacalista che lei non sopportava. Più volte l’avevo sentita dire ‘quella faccia di …“, avrebbe detto la donna, continuando: “C’era un’altra mia collega, molto magra, che veniva chiamata ‘la secca’”.
Durante le feste di Natale 2021 alcuni dipendenti del supermercato, ormai a conoscenza dello stato psicologico della loro collega, avrebbero organizzato una sciopero per protestare in segno di solidarietà verso di lei. La donna, oggi è tornata a lavorare in quel punto vendita con un’altra direttrice, in attesa degli sviluppi di questa causa.