Avviso di garanzia per il sindaco di Crema Stefania Bonaldi. Lo ha comunicato lei stessa ieri durante il consiglio comunale. Il sindaco, se si andrà a giudizio, dovrà rispondere per la vicenda delle porte antincendio montate in un asilo di Crema dove un bambino si è schiacciato due dita fin quasi a staccarsele, nel cardine di una porta tagliafuoco.
Il fatto è avvenuto lo scorso 20 ottobre e il bambino era stato operato al San Raffaele di Milano per non perdere il dito. I genitori avevano ringraziato i medici e poi comunicato che avrebbero presentato un esposto.
L’accaduto
Il mese di ottobre, presso l’Asilo Nido di Via Dante, un bambino ha subito un trauma da schiacciamento del terzo e quarto dito della mano sinistra. Il piccolo ha messo le due dita nel cardine della porta tagliafuoco, che si era chiusa automaticamente. Le ferite conseguenti hanno richiesto un periodo di cura di circa 3 mesi, senza lasciargli lesioni permanenti, tanto che il bambino è tornato a frequentare lo stesso asilo.
Come racconta la stessa sindaca, le sarebbe stata contestata, in cooperazione colposa con altri individui, la violazione di una delibera della giunta regionale Lombardia emanata il 9 marzo 2020, secondo cui negli asili nido gli elementi costruttivi, arredi, attrezzature, compresi i giochi, devono avere le caratteristiche antinfortunistiche.
In particolare devono essere adottati idonei accorgimenti atti ad evitare situazioni di pericolo (spigoli acuti, gradini, radiatori, sporgenze, infissi con bordi taglienti)in relazione all’età del bambino e a garantire condizioni di sicurezza e agevole pulizia da parte del personale. La Procura da tale assunto ha dedotto che la Sindaca, in cooperazione con altri, avrebbe omesso di dotare la porta tagliafuoco REI 120 di qualsivoglia dispositivo, idonei ad evitare la chiusura automatica o ad assicurare la chiusura e apertura manuale in sicurezza, creando il rischio di schiacciamento di arti o altre parti del corpo dei bambini accolti nell’asilo.
Ora spetterà alla magistratura capire se ci sono stati reati. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, su Twitter, tuona: “È assurdo, basta con queste pazzie contro i sindaci. Come si può indagare un sindaco per una cosa del genere? Siamo al ridicolo. Davvero poi ci sorprendiamo che scarseggiano i candidati a sindaco? È quanto mai urgente che il legislatore intervenga sulle eccessive responsabilità oggettive che hanno i sindaci, perché non possono ridursi a capro espiatorio di tutti i mali del Paese”.