Crema, addio a Giovanni Baldi: l’oss è morto dopo una lunga battaglia contro il Covid

Non ce l'ha fatta Giovanni Baldi, operatore socio sanitario del pronto soccorso di Crema. Ha lottato, fino all'ultimo, contro le complicazioni legate al Covid che lo aveva colpito in forma grave.

Crema, addio a Giovanni Baldi: l’oss è morto dopo una lunga battaglia contro il Covid

Giovanni Baldi, 56anni, operatore socio sanitario del pronto soccorso di Crema, non ce l’ha fatta. Si è spento domenica mattina, 10 gennaio, dopo mesi di agonia, dovuti alle complicanze legate al Coronavirus. Giovanni è l’ennesima vittima della pandemia, l’ennesima vittima del Covid-19, dei contagi e dei decessi che il maledetto virus continua a provocare.

Intervistato da Fanpage, il radiologo dell’ospedale di Crema Maurizio Borghetti, ha raccontato la storia del povero Baldi, dagli esordi della malattia sino ai suoi ultimi istanti di vita.

La storia di Giovanni Baldi

Giovanni si è ammalato a metà marzo, ma la malattia con lui è stata spietata, in quanto ha avuto tutte le complicazioni possibili e immaginabili che lo hanno ridotto ad uno stato semi vegetale. L’uomo ha avuto una polmonite, dopo la quale è stato rimandato a casa, per poi necessitare di un ulteriore ricovero ma, in questo caso, le cose non sono andate come previsto, anzi, tutto è peggiorato.

Giovannino, come era chiamato dagli amici,ha cercato di tener duro fino a che ha potuto, anche se le sue condizioni erano talmente gravi che tutti sapevano che il momento di dirgli addio sarebbe arrivato. Era amato da tutti Baldi, tutti gli volevano bene, lasciava il buon umore, era sempre sorridente e cercava di tenere su il morale nei momenti in cui c’era molta tristezza, soprattutto durante il Covid. 

Ci ha rimesso la vita prendendo uno stipendio misero”, dice Borghetti, aggiungendo che la scomparsa di Giovanni è l’ennesima testimonianza della tragedia che si sta consumando e di come il vaccino sia l’unico modo per uscire dall’incubo e debellare il virus. Giovanni Baldi era stato uno dei primi a contagiarsi ed è sempre stato in prima linea, sin dal 21 febbraio 2020, sino a quando si è ammalato, nella seconda metà di marzo. Ma le complicazioni, tra le più gravi che possono essere causate dal virus, lo avevano portato ad un rapido aggravamento clinico, dice il direttore sanitario del nosocomio Roberto Sfogliarini.

Dopo un lungo periodo di ricovero in terapia intensiva e il trasferimento in una struttura riabilitativa del Bresciano, ha resistito 10 mesi, sino a domenica, quando è stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Crema, il suo, quello in cui lavorava, per il subentrare di alcune complicanze ma non c’è stato più nulla da fare. “Giovanni è morto bel luogo che amava al di là del proprio lavoro, dove aveva sempre un sorriso per tutti, una parola gentile, un’attenzione in più”, aggiunge. E’ così che lo ricordano i suoi colleghi, con i volti rigati dalle lacrime.

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