Covid-19, in Italia si viaggia a una media di 150 operatori sanitari contagiati al giorno: "Siamo nella quarta ondata"

Antonio De Palma, presidente nazionale degli infermieri Nursing Up, sottolinea la difficoltà degli ospedali causata dall'aumento dei contagi tra gli operatori sanitari.

Covid-19, in Italia si viaggia a una media di 150 operatori sanitari contagiati al giorno: "Siamo nella quarta ondata"

Nelle ultime settimane i medici dell’emergenza hanno lanciato l’allarme sul probabile collasso del sistema dedicato al pronto soccorso davanti all’avanzare dell’incremento dei casi Covid. La situazione è diventata nuovamente critica a causa della variante Omicron, che rispetto alla Delta e la Beta ha una infettività nettamente maggiore.

Oltre a questo nuovo intasamento delle terapie intensive, il tutto si è complicato a causa dei medici che hanno detto “no” al vaccino, in cui il numero supera abbondantemente il migliaio. A questi vanno aggiunti i 281 no-vax tra medici e personale sanitario che sono stati beccati all’inizio del mese di dicembre che svolgevano l’attività presso gli studi proprietà o presso ambulatori nonostante la loro contrarietà al vaccino.

Nuovo picco di contagio tra gli operatori sanitari

Come riportato dal sito “Adnkronos” Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up, sottolinea la nuova emergenza che stanno vivendo gli ospedali a causa dell’aumento dei contagi tra gli operatori sanitari che, nell’ultimo mese, sono aumentati a dismisura.

Salgono vertiginosamente i contagi degli operatori sanitari in Italia afferma il dottore che poi aggiunge: “E non possiamo più nasconderci: siamo nel pieno della quarta ondata, con la spada di Damocle della variante Omicron che pende sulle nostre teste. Secondo il nostro ultimo report, sono 4.684 i professionisti della salute che si sono infettati negli ultimi 30 giorni, avvicinandosi inesorabilmente a quota 5mila. Questo significa oggi che si stanno infettando 156 operatori sanitari ogni 24 ore, e di questi ben 128 sono infermieri”.

Proprio per questo motivo lancia un appello alla “Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome”, affinché tutti i territori adottino gli stessi criteri, sia in tema di frequenza di tamponi, ove afferma che può andare benissimo uno ogni quattro giorni come deciso dalla regione Veneto, che in tema di monitoraggio dei livelli anticorpali al personale sanitario.

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