Lo stato di emergenza dettato dalla pandemia di Covid-19 in Italia dovrebbe terminare il prossimo 31 luglio. Usare il condizionale, però, è d’obbligo in questo caso, perché, da quanto si apprende da fonti governative e dalla stampa nazionale, la misura dovrebbe essere estesa nuovamente almeno fino al prossimo 31 dicembre. Sono molti i motivi che spingono il Premier Mario Draghi ad agire in questa maniera. Prima di tutto l’incognita dettata dalle varianti.
Fino a poche ore fa anche il Ministro della Salute, Roberto Speranza, da sempre vicino all’ala “rigorista” del Governo, si era lasciato andare ad un cauto ottimismo, affermando che lo stato di emergenza poteva essere anche non prorogato. Ma da Palazzo Chigi non sono della stessa idea. Tra l’altro, il prolungamento dello stato emergenziale permetterebbe di mantenere i poteri straordinari al Premier, che potrebbe dettare nuovi provvedimenti restrittivi e agire con i Dpcm, lì dove necessario.
Completare la campagna di vaccinazione
Tra l’altro le nuove varianti del Covid-19, come quella “inglese” e soprattutto quella “indiana”, non permettono a nessuna nazione del mondo di fare progetti a lungo termine. Bisogna insomma avere un pò di pazienza, anche se attualmente le restrizioni sono state allentate visto il miglioramento della situazione, almeno nel nostro Paese.
“Dovremmo individuare una strada normativa per prolungare l’attività del Comitato tecnico-scientifico e della struttura del commissario Figliuolo” – così ha spiegato ieri Roberto Speranza parlando dei problemi che verrebbero dettati dalla mancata proroga dello stato di emergenza. C’è anche urgenza di completare la campagna vaccinale, che entrerà nel vivo proprio questa estate.
Un altro punto per cui si renderebbe necessario prolungare lo stato di emergenza, è dato dal fatto che i poteri straordinari in campo al numero uno del Governo consentirebbero di vigilare sull’operato delle Regioni, che così non possono fare fughe in avanti, sia sulla campagna vaccinale che sull’introduzione di eventuali nuove restrizioni.