Covid-19, Andrea Crisanti: "Variante inglese si espande, serve zona rossa"

Il microbiologo dell'Università di Padova parla dall'Inghilterra, dove il lockdown finirà il 15 giugno. Per l'esperto in Italia bisogna intervenire subito mettendo il Paese in zona rossa, evitando che le varianti, anche quella brasiliana, si espandano.

Covid-19, Andrea Crisanti: "Variante inglese si espande, serve zona rossa"

Secondo il microbiologo Andrea Crisanti, dell’Università di Padova, in Italia si sta continuando a sbagliare nell’approccio alla pandemia da Covid-19. L’esperto, durante un’intervista a Radio Capital, ha ribadito la necessità di misure molto forti nel nostro Paese, in quanto la nazione sta facendo i conti con lo sviluppo della variante inglese, che è molto più contagiosa del ceppo originario di Wuhan. Se non si capisce che tra qualche settimana questa mutazone potrebbe diventare quella dominante, c’è il rischio che si vada concretamente verso una nuova ondata di contagi, la terza quindi dall’inizio della pandemia. 

“Io sono in Inghilterra, sono otto settimane che siamo in lockdown e se ne uscirà il 15 giugno” – così ha tuonato Crisanti ai cronisti di Radio Capital. Il professionista si dice molto preoccupato della situazione, e come sempre ha spiegato le sue ragioni in maniera chiara e coincisa. L’esperto ritiene che bisognerebbe adottare una zona rossa come accaduto lo scorso marzo a Codogno: un lockdown totale, dove tutte le attività non necessarie sono chiuse e dove si può uscire da casa solo per urgenti necessità. 

Andrea Crisanti: “La variante inglese si espande”

Il microbiologo ha informato la popolazione che la variante inglese si sta espandendo ad un ritmo allarmante, e ci sono dei dati che secondo Crisanti lo dimostrerebbero. Effettivamente, in questi ultimi giorni, la curva epidemiologica si è leggermente alzata, anche se i numeri non sono ai livelli della seconda ondata, quando si toccarono anche i 40.000 casi giornalieri. Crisanti è preoccupato anche per quanto riguarda le scuole. 

“Qualcosa bisognerà fare, sulle scuole non sappiamo nulla. Sicuramente questa variante complica il quadro, ma il problema di fondo non cambia. Non abbiamo ancora elementi quantitativi statistici per capire come si diffonde il virus nelle scuole” – così ha detto l’esperto a Radio Capital. In diverse scuole d’Italia, in questi giorni, si stanno verificando dei contagi provocati forse anche dalle varianti, circostanza che sta preoccupando le autorità.

Anche per quanto riguarda l’apertura dei ristoranti, il microbiologo si dice scettico. Secondo Crisanti la discussione in questione è fatta in maniera dilettantesca, anche perché non abbiamo dati sicuri su come si possa diffondere il Covid all’interno di un’attività di ristorazione, per cui ogni scelta la si fa tirando ad indovinare. La strada quindi sarebbe soltanto una: un lockdown generale di qualche settimana per poter riportare la curva sotto controllo e riprendere con il tracciamento dei casi, continuando così a tutto spiano la vaccinazione. 

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