Covid-19, a Como il virus dilaga: "Serve chiudere oggi, necessario per essere liberi domani"

Da ieri 3 marzo la provincia lombarda è zona arancione rafforzata, secondo Francesco Foti la chiusura è necessaria ma non si può adottare un lockdown in tutto il Paese. "Puntare ancora su educazione dei cittadini a comportamenti corretti".

Covid-19, a Como il virus dilaga: "Serve chiudere oggi, necessario per essere liberi domani"

La situazione epidemiologica a causa del Sars-CoV-2 è in peggioramento in tutta Italia. Lo dimostrano i numeri, in quanto il nostro Paese nelle ultime 24 ore ha fatto registrare 20.000 nuovi casi di Covid-19, il numero più alto da qualche mese a questa parte. Aumenta anche il numero di ingressi e ricoveri negli ospedali, sia in terapia intensiva che area medica. Per questo non bisogna abbassare la guardia. La regione più colpita è la Lombardia, dove nella giornata di ieri 3 marzo si sono registrati oltre 4.000 nuovi casi. Tra le provincie più colpite cè quella di Como

Qui la situazione si fa sempre più seria, tanto da aver indotto il Governo centrale ad introdurre la zona arancione rinforzata. La decisione è stata presa di concerto con Regione Lombardia e il provvedimento è scattato ieri 3 marzo. Secondo Francesco Foti, rianimatore presso l’Unità di Crisi e coordinamento Covid dell’Asst, la provincia di Como sta vivendo la terza ondata di Covid-19. L’esperto, ai giornalisti della testata giornalistica Fanpage, ha spiegato che questa nuova ondata era comunque attesa, per questo dopo Natale non si sono dismessi i posti per degenza Covid.

Pronto soccorso pieni

I pronto soccorso stanno cominciando a riempiersi nuovamente in tutta Italia, e anche Foti a Como ha notato di come siano aumentate le chiamate al 118. “Da giorni abbiamo un ingresso di 12-15 pazienti con sintomi Covid al giorno, non tutti poi vengono ricoverati ma il pronto soccorso ritorna a riempirsi. Solo lunedì abbiamo avuto 23 pazienti in attesa di ricovero. Segno che non viviamo un momento di pace e siamo ancora sotto attacco della pandemia” – queste le parole di Francesco Foti a Fanpage. 

L’esperto ha spiegato che oggi, rispetto alla primavera del 2020, conosciamo ancora di più il coronavirus Sars-CoV-2, per cui la malattia si riesce a gestire meglio. Molti pazienti si curano a casa prima che i sintomi peggiorino, per cui a questo punto il paziente ha poi bisogno del ricovero ospedaliero. In questo periodo, in diverse parti del Paese, si sta notando anche di come l’età media dei ricoverati e dei contagiati stia diminuendo: adesso ad ammalarsi sono soprattutto i più giovani.

“Il virus non se ne è mai andato” – questo è il monito che lancia Foti. “Alcune regole dovranno diventare delle vere e proprie abitudini. Dopo un anno di Covid invece c’è chi ancora non indossa la mascherina, chi va a fare aperitivo con gli amici senza rispettare il distanziamento sociale. Questo dimostra che i comportamenti sbagliati sono alleati del virus. Bisogna insistere nell’educare le persone ad avere un comportamento più rispettoso verso sé stessi e gli altri” – queste le parole del rianimatore lombardo. Per quanto riguarda l’introduzione di un nuovo, possibile lockdown, Foti ha spiegato che sarebbe meglio chiudere oggi per poter essere liberi domani, ma il nostro Paese non può permettersi un nuovo blocco totale, questo a causa delle gravi conseguenze economiche e sociali che comporterebbe.

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