Sono passati ormai due anni e poco più dalla notte in cui la Costa Concordia, per mano del comandante Francesco Schettino, è naufragata vicino alla costa dell’Isola del Giglio, gioiello del Mar Tirreno e facente parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Che la rimozione di un relitto tanto ingombrante non fosse un’operazione ordinaria fu chiaro fin dai primi giorni quando ancora si cercavano i dispersi nella parte dello scavo inabissato sotto costa. Poi, con la riuscita dello spettacolare raddrizzamento della nave, i tempi incominciarono a delinearsi e già alla fine dello scorso anno il Capo della Protezione Civile Franco Gabrielli aveva fornito un dettagliato programma temporale: ad aprile ci sarebbe stata l’installazione dei cassoni sull’altro lato della nave, quindi la messa in galleggiamento della stessa e infine il rimorchio del relitto… il tutto entro la fine di giugno.
Tuttavia, il sindaco uscente dell’Isola del Giglio Sergio Ortelli, che si ripresenterà alle prossime elezioni amministrative per un eventuale nuovo mandato da primo cittadino, aveva chiesto di posticipare la rimozione a Settembre per non compromettere la stagione turistica visto che, nonostante il danno, l’isola ha avuto comunque una forte boccata di ossigeno nel corso di questi anni grazie alla presenza dei riflettori, ma la rimozione a Giugno comporterebbe un momentaneo stop del turismo per non intralciare il lavoro. Una dichiarazione che ha subito provocato la reazione del Prefetto Gabrielli il quale ha chiesto esplicitamente di mantenere un profilo di correttezza anche in periodo di campagna elettorale. Per fortuna è arrivato il chiarimento e il sostanziale passo indietro dell’amministrazione dell’isola: il relitto sarà portato via il prima possibile e cioè entro giugno con la rassicurazione della Protezione Civile di salvaguardare la vita socioeconomica del Giglio.
Da ricordare che se anche la nave fosse portata via in tempo, non si saprebbe però verso quale direzione visto che ancora non è stato deciso il porto di destinazione. Piombino resta ad oggi l’ipotesi più probabile, ma sono forti le pressioni dello scalo di Genova per assicurarsi il relitto. Lo smantellamento di un relitto di questa portata e, purtroppo, con una triste fama, porterà a numerosi posti di lavoro e Piombino, a causa della forte crisi che ha colpito principalmente le sue acciaierie, non vuole certamente farsi soffiare l’occasione trovando come “scusa” il fatto che la regione Toscana abbia subito un danno morale che potrebbe essere ripagato appunto con la responsabilità dello smantellamento.
Purtroppo ogni occasione è buona per fare polemica e trovare accordi certi è sempre un’impresa. Speriamo che questa triste storia possa giungere al termine il prima possibile e possa riportare finalmente la pace sull’Isola del Giglio.