Le Forze dell’Ordine hanno arrestato e posto ai domiciliari un docente di 65 anni in servizio presso l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato “E. Aletti” di Trebisacce, cittadina dell’alto jonio cosentino, con la grave accusa di molestie sessuali ai danni di alcune studentesse, tutte minorenni all’epoca dei fatti.
I comportamenti lesivi a sfondo sessuale del professore di Italiano e Storia , già iniziati nel 2018 e protrattisi fino ad oggi, sono stati segnalati dalle vittime al dirigente della scuola, il quale ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Castrovillari.
La notizia dell’arresto, disposto dal GIP, ha sconvolto e scandalizzato l’intera comunità di Trebisacce che ha sempre stimato il docente, attivo nel campo culturale e nell’associazionismo, recentemente affermatosi tra i vincitori della sezione ricerca per il Premio Letterario Nazionale Troccoli Magna Graecia di Cassano Jonio, e con l’aspirazione della candidatura a sindaco, prontamente ritirata, nelle imminenti elezioni comunali di Trebisacce.
Nel comunicato stampa a firma del procuratore, Alessandro D’Alessio, si legge: “L’attività nasce da diverse segnalazioni, circa i comportamenti del professore, effettuate da alcune alunne al dirigente dell’istituto. Quest’ultimo, dopo avere raccolto le dichiarazioni, ha inviato alla Procura di Castrovillari un’articolata denuncia sui fatti emersi. L’ufficio, quindi, provvedeva all’immediata iscrizione della notizia di reato. L’indagine successiva si articolava essenzialmente sull’assunzione delle testimonianze di numerose studentesse, le quali fornivano una versione concordante sui consueti, illeciti, atteggiamenti che l’insegnante avrebbe assunto nei loro confronti, spesso anche durante l’orario di lezione e, in ogni caso, sempre all’interno dell’istituto scolastico”.
Tempo addietro, il preside dell’Istituto Superiore, aveva inoltrato un fascicolo scolastico interno al Consiglio di disciplina ed all’Ufficio scolastico regionale, sollecitando il docente in discussione a mettersi in aspettativa, il quale si sarebbe opposto a tale invito, scattandosi un selfie davanti alla scuola, sottolineando così la correttezza dei suoi comportamenti, da inquadrare giuridicamente nella presunzione di innocenza, se e fino a quando non si verificherà la eventuale condanna definitiva dell’imputato.