Coronavirus, in Veneto si teme il peggio nei prossimi giorni: “fra 5 giorni, se la situazione non cambia, ci sarà un picco nelle terapie intensive“: è l’appello che questa mattina, a Marghera, il presidente della Regione, Luca Zaia, ha lanciato a tutti i cittadini, con l’invito a restare a casa.
Se non ci si impegna, ha aggiunto il governatore veneto, il rischio è molto alto: “entro il 15 aprile 2 milioni di veneti saranno contagiati“, con conseguenti ordinanze ancor più restrittive. “Abbiamo l’obbligo morale di difendere i più deboli” restando a casa, ha ricordato Zaia.
Le persone contagiate, a questa mattina 11 marzo 2020, sono 1.023, 262 ricoverate, 68 in terapia intensiva, 54 dimesse e 29 quelle decedute. Calcoli matematici riferiscono un andamento esponenziale che si può fermare solo rispettando le regole: diversamente avremo presto il picco nelle sale di terapia intensiva, e tra un mese, per il 15 aprile, i veneti contagiati saranno 2 milioni.
Tutti – ha chiarito il governatore Zaia – siamo chiamati alla responsabilità, che consiste nel non andare al mare nel fine settimana e nel rinunciare a qualsiasi tipo di passeggiata. È permesso muoversi per andare al lavoro o a fare la spesa. Il governatore ha ricordato che “la prima cura al virus siamo noi: nei nostri comportamenti“, a partire dalle distanze di sicurezza e dal limitare i contatti sociali. L’insidia si nasconde nell’asintomatico che avviciniamo senza alcun timore e che in media può contagiare 2,4 persone.
L’appello del presidente della Regione Zaia parla anche di conseguenze ultime, inevitabili: “Se continua così si chiuderà tutto per forza, perché saremo tutti con il virus”: di qui la richiesta a collaborare perché la diffusione del virus rallenti. Concludendo il suo intervento, Zaia ha detto che tutto il resto, detto in passato sulla questione, si può lasciar perdere: “La verità è che il virus fa danni peggiori di qualsiasi influenza”, poi ha osservato che 29 persone morte in meno di 15 giorni, non è qualcosa di normale.