Coronavirus, Veneto: Zaia vieta qualsiasi passeggiata

Il governatore del Veneto è intenzionato a "non lasciare morire nessuno" e per questo resta fermo nelle sue convinzioni: tampone a tutti e divieto di uscire di casa.

Coronavirus, Veneto: Zaia vieta qualsiasi passeggiata

Il mio appello va soprattutto agli anziani che devono organizzare la loro vita in una sorta di isolamento fiduciario volontario. In loro aiuto, aggiunge Luca Zaia, presidente del Veneto, durante la conferenza stampa alla Protezione Civile di Marghera, ci sono supermercati, negozi di alimentari e organizzazioni di volontariato impegnati, ogni giorno, per portare la spesa a casa, a cui va il suo ringraziamento. A tutti, e non solo alla popolazione più anziana, Luca Zaia ha ricordato: “c’è un nemico insidioso: la persona asintomatica che può contagiare fino a 10 persone“, giustificando così le tante precauzioni e i molti divieti in essere.

Con un profondo senso di umanità, Zaia ha denunciato chi pensa che “il coronavirus alla fine fa morire un po’ di anziani“. Lanciando una frecciatina a Boris Johnson per l’idea diffusa che l’immunità di gregge è una risorsa, aggiunge: “Ma da noi non funziona così, noi non lasciamo morire nessuno“. Applaudendo l’OMS che promuove i tamponi “test, test, test”, ha affermato di essere rattristato dal fatto che non tutto il mondo scientifico ne condivida l’importanza. In fondo, afferma Zaia, durante la conferenza, un innocuo tampone può “salvare delle vite umane“. 

Il 15 marzo tanto temuto per l’ondata è passato, ma il governatore del Veneto non è ancora tranquillo, anzi afferma: “Noi oggi siamo preoccupati come cinque giorni fa“. Per questo, in vista della scadenza del decreto in vigore fino al 25 marzo, è pronto a chiedere che la scadenza venga prorogata inserendo nuove restrizioni, come per “le passeggiate fuori casa”.

Un appello ad organizzarsi con la formazione a distanza è stato poi lanciato alle scuole, perché “se la condizione è quella di oggi, il mio parere è che le scuole debbano restare chiuse“, e sarà difficile che per il 3 aprile tutto si risolva

L’emergenza sta chiedendo un migliaio di persone in più nel servizio sanitario, un sacrificio non indifferente per la comunità. Ai 525 medici in pensione o specializzandi, infermieri e Oss che hanno risposto al bando della Regione Veneto nei mesi scorsi, si aggiungeranno altre 486 persone.

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